Avvicendamenti spot tra le diverse attività dell’ufficio tecnico del Comune di Pompei sono all’ordine del giorno - nella recente fase sotto la direzione Marino (con incarico prorogato a tutto il 2017, a cui seguirà presumibilmente la sua assunzione a tempo indeterminato) - su una vasta area dell’amministrazione pubblica comunale relativa al quinto e sesto settore, preposti alla gestione del cimitero e alla manutenzione delle strade. L’ufficio rilascia permessi di occupazione di suolo pubblico e di nuova costruzione o manutenzione edile. Presiede ai controlli di legalità urbanistica ed alla regolare conduzione dei cantieri oltre alla raccolta rifiuti.
Inoltre l’architetto Gianfranco Marino dirige lo sportello unico per le attività produttive (SUAP). In conclusione presiede ad una vasta branca dell’amministrazione comunale di Pompei che da un verso è (o dovrebbe essere) presidio di legalità mentre, su un altro versante, regolamenta svariate iniziative private e d’impresa, a partire dal mattone.
Inevitabile che l’iniziativa del neo dirigente pompeiano, motivato e dinamico in questa prima fase, sia caduta sotto i riflettori dell’utenza locale in cui spicca la categoria dei tecnici dell’edilizia (architetti, ingeneri e geometri) frequentemente divisa dalla gelosia di mestiere ma sempre compatta contro i lacci delle burocrazia. “Come mai la task-force comunale per gli abbattimenti di costruzioni abusive si è trasferita al secondo piano del Palazzo De Fusco?”. “Perché il funzionario che segue il rilascio dei permessi a costruire non è più quello dei giorno prima?”. Domande legittime da parte di chi paga le tasse (per gli stipendi dei dirigenti come quelli delle commesse) che chiedono risposte concrete, mentre la politica ostile al Palazzo imbastisce argomentazioni critiche col mestiere del controllo democratico.
Immancabile, su questo versante di verifiche dello scenario, la sceneggiata di chi costruisce muri a dispetto del suo ruolo istituzionale. Riguardo ai politici è cosa nota il camaleontismo dei sostenitori della trasparenza che appena fuori dai banchi dell’opposizione per un posto nella stanza dei bottoni diventano i migliori strateghi della costruzione della casa di vetro smerigliato.
Tornando all’argomento della rotazione di incarichi nell’ufficio tecnico, il suo dirigente ha spiegato che la forma organizzativa innovativa in corso di sperimentazione non prevede uno stabile avvicendamento di mansioni ma consiste nell’utilizzo estemporaneo del personale per le urgenze di servizio. “Tutti i funzionari dell’ufficio tecnico devono essere pronti a sostituire i colleghi nello spirito di squadra e nel rispetto dei canoni dell’anticorruzione”. Ha spiegato Marino, argomentando poi: “Chi deve ricevere, per esempio, un controllo per abusivismo non deve sapere il giorno prima il nome del funzionario che redigerà la relazione tecnica di accertamento”.
Un’argomentazione accettabile, che dal nostro punto di vista cela lo sforzo di chi deve fare di necessità virtù a causa dell’organico a disposizione: scarso per numero mentre il suo standard medio professionale è sotto gli occhi di tutti.
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