Non finiscono mai di stupire le conoscenze storiche acquisite grazie alle indagini archeologiche conseguenti le campagne di scavo nel Parco Archeologico di Pompei, avviate con lo scopo di approfondire i tratti culturali dell’antichità romana. Un capitolo significativo della storia di Pompei - prima del 79 d. C. - è quello recente che riguarda le indagini sulle offerte votive scavate presso i Santuari (armi, vasellame, gioielli). Si tratta di oggetti provenienti da tutto il Mediterraneo e nella forma di offerte votive sugellavano i momenti solenni.
Oggetti rinvenuti nei recenti scavi nelle aree sacre di Pompei (Santuario di Apollo, di Atena e Ercole, Capitolium) e nel Santuario extraurbano del Fondo Iozzino, dove sono stati ritrovati intatti come al momento del rito votivo. S riferiscono al periodo dal VI secolo almeno fino all’inizio del I secolo a. C.. Il Santuario del Fondo Iozziono si trova attualmente nel centro moderno. Un tempo era una cava di estrazione del lapillo, successivamente è stata indagata a partire dal 1960. I risultati hanno messo in evidenza un piano di frequentazione riferibile al VI secolo a. C., con il rinvenimento di molte armi in bronzo e ferro e vasellame in bucchero (brocchette, kantharoi o scodelle).
La scoperta più importante ha riguardato lo studio delle iscrizioni etrusche sul vasellame in bucchero. Si tratta di graffiti in lingua etrusca che rappresentano il più grande corpus di iscrizioni etrusche fino ad ora rinvenuto in un unico contesto in Italia meridionale.
Una scoperta che conferma la notevole presenza etrusca tra le popolazioni osche che hanno contribuito alla fondazione della città di Pompei. Il vasellame in bucchero veniva utilizzato per sacrifici che prevedevano l’offerta alle divinità. Le iscrizioni erano poste sulla vasca e sul piede di scodelle e di vasi da banchetto che, dopo l’uso, venivano deposti capovolti sul suolo. Queste iscrizioni rivelano i nomi delle famiglie che avevano contribuito al rito sacro del voto alla divinità. Si tratta di famiglie originarie dalla Toscana, e della divinità a cui era dedicato il santuario, il dio “Apa” - “padre”, forse Giove Meilichios. Accanto a queste iscrizioni ci sono anche numerosissimi simboli graffiti di chiara cultura etrusca (croci, stelle a cinque punte, asterischi, alberelli).
twitter: @MarioCardone2
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