A cura della Redazione

“Siamo tutti amici. Si procede con distensione senza stare a guardare il particolare”. E’ il messaggio di quanti, consiglieri di maggioranza e presentatori di liste civiche, hanno partecipato ieri pomeriggio alla riunione di maggioranza presieduta dal neo sindaco di Pompei, Pietro Amitrano. Tutto secondo copione. L’incontro è servito solo a precisare ciò che si sapeva già: le cinque poltrone delle giunta amministrativa di Pompei andranno a nominativi designati dalle prime cinque formazioni elettorali in base alla graduatoria stilata secondo il numero dei voti conseguiti da ogni singola formazione.

Da questo ragionamento dovrebbe conseguire che il vice sindaco verrà nominato dal Partito Democratico ma sull’argomento permane la massima riserva. Si tratterà di far quadrare gli equilibri in termini di quote rosa o si preferirà un protagonista autorevole che è stato dietro le quinte in campagna elettorale ma che ha tutta l’esperienza sul campo che gli consente di mettere d’accordo le varie anime della maggioranza? O ancora, sarà preferito un tecnico scelto fuori dai soliti schemi e fuori dalla politica locale che diventerebbe utile valvola di sfogo per le compagini meno agguerrite e/o di garanzia per quelle più accreditate?

E’ ancora tutto da vedere ancora intanto parte un segnale distensivo. “Niente discussione, si procede d’amore e d’accordo”. Intanto si applica la misura di non chiudere a nessuno la partecipazione alle sedute di maggioranza evitando però la presenza di estranei al territorio pompeiano nelle vesti oramai fuori moda di commissario cittadino.

Ci riferiamo chiaramente al Partito Democratico che non ha avuto convitati al convegno politico di lunedì. Anche questo è un segnale. Saranno presumibilmente preferiti amministratori e tecnici del territorio e valorizzate le risorse politiche locali. Ci sono nuovi segnali che fanno intendere che si vuole evitare che la politica pompeiana sia comandata dall’alto. Intanto slittano i tempi per la convocazione del primo Consiglio comunale a causa dei numerosi controlli richiesti dai candidati delusi.      

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