“Molto tempo fa, quando ero molto giovane, ho raccolto dei frammenti dagli Scavi di Pompei. Mi scuso e vi restituisco il tutto. A presto. Scusate il ritardo".Sono più o meno queste le poche parole scritte in anonimato con inchiostro rosso e tratto incerto (si tratta probabilmente di una persona anziana) su un foglio che accompagna due reperti di piccole dimensioni spediti per posta al comando dei Vigili Urbani di Pompei.
Sono pervenuti all’interno di una busta telata due reperti degli scavi archeologici di Pompei. Si tratta di frammenti di pochi centimetri. Il primo è un pezzo staccato da un mosaico raffigurante probabilmente una testa. Il secondo è un pezzo di terracotta colorata. In sé non rappresentano molto per quanto riguarda il loro valore intrinseco se non il fatto che si tratta probabilmente di tasselli di un reperto di dimensioni maggiori. Sarà stato uno scrupolo di coscienza che ha indotto il mittente del misterioso plico a restituire i due minuscoli “pezzi di Pompei” oppure sarà stata la superstizione sulla sfortuna che perseguita chi trattiene reperti della città sepolta sotto le ceneri dell’eruzione vesuviana. Fatto sta che fa piacere sapere di un un ripensamento come quello del signore anonimo che ha pensato bene di non portare ancora sulla coscienza il furto, anche se minimo, ai danni del patrimonio archeologico vesuviano che appartiene all’umanità.
twitter: @MarioCardone2
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