Arrivano voci insistenti sui primi riscontri di un’indagine di Polizia di Stato al Comune di Pompei che risale al 26 giugno 2015. Coordinato dalla Procura della Repubblica del tribunale di Torre Annunziata, all’epoca un nucleo di poliziotti locali, insieme ad agenti Digos e della Squadra Mobile, effettuò controlli, riscontri e riprese filmate, insieme a colleghi della Prevenzione Crimine. La documentazione relativa ad ogni dipendente o funzionario comunale indagato è stata evidentemente oggetto di ulteriore approfondita indagine tesa, probabilmente, a chiarire i motivi ed i modi delle assenze o gli allontanamenti irregolari dai posti di lavoro.
A suo tempo l’indagine fu avviata a seguito della denuncia di un cittadino contribuente pompeiano, vittima della lungaggine della burocrazia comunale. Ora presunti assenteisti e “prestigiatori” del cartellino di presenza saranno chiamati a rispondere (un gruppo alla volta) della loro assenza arbitraria e di eventuali atteggiamenti truffaldini a carico dell’Ente comunale. Sono stati notificati 12 avvisi di garanzia. Indiscrezioni trapelate dagli uffici della Procura oplontina informano che presto toccherà ad altri 28 dipendenti. E’ una notizia che ha messo in fibrillazione i duecento dipendenti del Municipio di Pompei che temono (anche se molti di loro sono stati sempre corretti) di essere colpiti direttamente o indirettamente dal provvedimento, una volta che potrebbe essere contestato a 40 colleghi l’ipotesi di reato di truffa aggravata e assenteismo da parte del capo della Procura del tribunale di Torre Annunziata, Alessandro Pennasilico.
Nessuna notizia è trapelata riguardo l'identità dei dipendenti assenteisti o presunti tali. In una conferenza stampa della Procura saranno resi noti i dettagli dell’inchiesta e le conseguenze che questa comporterà per dodici famiglie di burocrati comunali. L’unica certezza è la notifica dei 12 avvisi di conclusione di indagini dell'Ufficio Tecnico del Comune di Pompei. La Digos avrebbe chiesto al dirigente del personale, Eugenio Piscino, di convocare i dipendenti destinatari del provvedimento. Si attende il prosieguo per altri 28 soggetti. Scartata dalle risultanze delle indagini la «pausa caffè». Solo l’assenteismo “camuffato” sarebbe sotto inchiesta.
twitter: @MarioCardone2
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