La mostra "Pompei e i Greci" (inaugurazione 11 aprile e visitabile fino al 27 novembre prossimo) allestita presso la Palestra Grande degli Scavi Archeologici di Pompei, intende raccontare il punto d’incontro di due culture classiche che hanno avuto un ruolo fondamentale nella formazione dell’Europa. Si parte da una da una città italica, sita sul mare e nota per i commerci nel mar Mediterraneo. I reperti esposti tendono a mettere in evidenza i frequenti contatti della sponda italica con il Mediterraneo greco. Seguendo l’opera di artigiani, architetti, stili decorativi, soffermandosi su preziosi oggetti importati ma anche su iscrizioni in greco graffite sui muri della città. Tutti elementi che servono a mettere in luce le diverse anime diverse di una città antica e le sue identità mutevoli nel tempo ma a fondamento di un’unica civiltà.
Oltre 600 reperti sono stati esposti nella Palestra Grande di Pompei: ceramiche, ornamenti, armi, elementi architettonici, sculture provenienti da Pompei, Stabiae, Ercolano, Sorrento, Cuma, Capua, Poseidonia, Metaponto, Torre di Satriano oltre ad iscrizioni nelle diverse lingue parlate all’epoca di Pompei quali greco, etrusco, paleoitalico, argenti e sculture greche riprodotte in età romana.
La mostra è il prodotto di un progetto scientifico condiviso che ha messo insieme per la prima volta tratti sconosciuti di Pompei; gli oggetti, provenienti dai principali musei nazionali e europei, divisi in 13 sezioni tematiche che ripresentano sotto una nuova luce luoghi e monumenti della città vesuviana da sempre sotto gli occhi di tutti. L’allestimento espositivo negli spazi della Palestra Grande di Pompei è stato progettato dell’architetto svizzero Bernard Tschumi e include tre installazioni audiovisive immersive curate dallo studio canadese GeM (Graphic eMotion). La grafica di mostra e la comunicazione sono disegnate dallo studio Tassinari/Vetta.
L’evento Pompei e i Greci mette in vetrina il fascino di un racconto storico non lineare, multicentrico, composto da identità multiple e contraddittorie, da linguaggi stratificati, coscientemente riutilizzati. Intende essere il racconto di un universo multicolore quale è stato il mediterraneo. Si tratta di una narrazione che suggerisce una riflessione sulla complessità del nostro contemporaneo riguardo non solo alle tematiche dei flussi migratori ma anche agli incontri/scontri tra diverse culture.
twitter: @MarioCardone2
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