La proroga di un anno dei termini di definizione delle pratiche di condono edilizio ha avuto il primo riflesso di valutazione positiva sulla compagine politica di Gaetano Coccoli e compagni, che hanno ricordato giustamente che Pompei ha un piano regolatore fermo al 1977.
Dopo aver ammesso l’impotenza politica dell’Amministrazione comunale di incidere sul dato imprescindibile del rischio Vesuvio, che comporta per il territorio pompeiano il divieto assoluto di costruire (fatte salve le aziende ricettive), rispolvera l’iniziativa già sperimentata da Ciro Serrapica di chiedere l’esclusione dell’area sud della città mariana dalla zona rossa.
«Le pratiche condono edilizio - spiega Coccoli - a Pompei sono circa quattromila».
“Piatto ricco mi ci ficco”. La strategia che condiziona le campagne elettorali pompeiane, generando un decennio di gestione D’Alessio (precedente a quella Uliano), ha significato, in soldoni, il “congelamento” delle istanze di condono presentate alla società Rina Srl che interessa praticamente la metà dell’elettorato pompeiano (senza parlare degli studi professionali che si sono arricchiti in questi 40 anni di "latitanza" urbanistica).
Sul versante opposto c’è l’altra metà della popolazione di Pompei (composta da ingenui e creduloni) che il ceto politico locale non ha ritenuto di tutelare anche se il conto finale è stato suddiviso in parti uguali (abusivi e non abusivi) .
«Ci sarà tempo fino al 31 dicembre 2017 per esaminare le pratiche di condono edilizio». Fa sapere ProgrammiAmo Pompei. «E’ una buona notizia per la nostra città. Il piano regolatore generale, che oggi si chiama piano urbanistico comunale (PUC), deve essere assolutamente attualizzato. L’impegno di chiunque andrà ad amministrare la città dovrà essere quello di adottare immediatamente un nuovo piano urbanistico comunale, un nuovo piano urbanistico attuativo (PUA) e un nuovo regolamento edilizio urbanistico comunale (REUC). E’ giusto che tutti assumano questo impegno nei confronti dei cittadini pompeiani, perché si tratta di un serio impegno di sviluppo».
Effettivamente, per chiudere una volta per tutte la stagione dei condoni e degli abusivismi in campo edilizio, le forze politiche dovranno impegnarsi a guardare avanti sul piano urbanistico. Sul versante opposto, il passato dovrebbe essere lasciato all’equilibrio del legislatore nazionale (il Parlamento Italiano) su cui Coccoli ed i suoi colleghi forensi dovrebbero aver fiducia, considerato la professione che hanno scelto.
Il problema invece è che nella popolazione pompeiana composta in maggioranza da “vittime del sistema” s’é annidata una minoranza nutrita di furbastri irriducibili che punta sulla confusione generale per far passare l’utile criterio di “salvataggio complessivo”.
twitter: @MarioCardone2
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