C’è attesa a Pompei di verificare se il Partito Democratico metterà in campo il suo simbolo per le prossime elezioni amministrative (previste a maggio 2017).
Da più parti si sostiene che un ottimo metodo per superare la confusione politica attuale a Pompei potrebbe essere quello di ancorare le liste civiche ad una formazione politica che darebbe il senso e l’orientamento strategico alle probabili iniziative programmatiche.
Nel frattempo vale il ritornello “dove vai se la lista non ce l’hai”, perché tutti i politici che vogliono avere peso nella futura amministrazione che uscirà dalle urne ritengono necessario presentare una propria lista elettorale.
Iniziativa che fornisce il titolo e la chiave per essere ammessi al tavolo dei “capi”. Vale a dire il consesso che decide il candidato a sindaco per Pompei e successivamente il programma elettorale (quello ufficiale e quello interno).
L’esperienza ha dimostrato che alla resa dei conti molte liste vengono formate con “candidati di paglia”. Vale a dire nominativi che si espongono a puro titolo di favore personale ma che alla fine non raccolgono neanche il voto proprio e quello dei loro familiari.
Questa situazione giustifica e spiega la posizione di alcuni ex amministratori che hanno svolto in passato ruoli politici prestigiosi (come quello di presidente o vice presidente del Consiglio comunale, assessore o delegato del sindaco o capogruppo consiliare) di restare - per il momento - alla finestra per vedere prima come finisce (in senso organizzativo di formazione di una coalizione) e per decidere se partecipare o meno alla campagna elettorale.
twitter: @MarioCardone2
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