«Ci addormentiamo la sera sognando un ruolo d’attore nel Grande Progetto Pompei, con Ercolano, Stabia ed i centri turistici del Miglio d’Oro, lungo Costa del Vesuvio e ci risvegliamo la mattina successiva inseriti nel distretto di Pompei, Monti Lattari e Valle del Sarno».
Lo sfogo del presidente Ascom di Pompei, Alessandro di Paolo, riflette lo stato d’animo degli operatori turistici pompeiani che, senza nulla togliere allo splendore dei Monti Lattari e della Valle del Sarno, reputano più interessante l’appartenenza al contesto vesuviano nella valorizzazione del patrimonio archeologico, dal momento che le presenze diffuse sul territorio raccontano al turista i dettagli dell’immane tragedia esaltata da artisti e poeti nell’immaginario collettivo.
A livello Unesco su questa base é stata individuata un’area ben definita che collega il territorio vesuviano bagnato dal mare, che va da Stabia a Portici, abbinando al pregio paesaggistico del territorio (contiguo alla penisola Sorrentina/Amalfitana e le isole di Capri, Ischia e Procida) le significative presenze culturali formate dai parchi archeologici di Pompei ed Ercolano insieme alle presenze di minore estensione ma di pari pregio quali Oplonti, Boscoreale, Stabia e Torre del Greco.
Inoltre le ville del Miglio d’Oro, riunite in un Ente che celebra eventi culturali, completano un’affascinante ventaglio di attrattive. E' normale dunque che la maggior parte degli imprenditori pompeiani siano più rivolti verso la strategia Unesco per migliorare il turismo stanziale che comporta il soggiorno prolungato presso il territorio ricadente sotto l'influenza dell'Unità Grande Pompei.
Ora il presidente Vincenzo Marrazzo spiega a sua volta che il “suo” distretto turistico (Pompei-Monti Lattari-Valle del Sarmo) è iniziativa di tipo consortile che parte dal basso associando gli imprenditori con lo scopo di attrarre finanziamenti ed il fine di promuovere il territorio. A riguardo Marrazzo si dice fiducioso di ottenere finanziamenti per iniziative di richiamo come sfilate di moda, film su Pompei, gare di cucina, ecc..
E’ convinto che la collaborazione dell’area pompeiana con quella sarnese e dei Monti Lattari possa aumentare la qualità attrattiva del potenziale turistico locale. «La professionalità dei cuochi delle aree collinari, insieme alle specialità agricole ed alimentari come la pasta e il vino di Gragnano, i pomodori di San Marzano ed i cipollotti di Nocera fanno la differenza per creare un’accoglienza turistica di alto livello diretta ai tre milioni di turisti che arrivano ogni anno a Pompei per convincerli a fermarsi più a lungo».
In poche parole Marrazzo vorrebbe prendere i turisti per la gola. Un’idea di tutto rispetto ma che non è condivisa dagli operatori locali che con Rosita Matrone, presidente Adap (l'associaizone degli albergatori pompeiani), sostengono che «la qualità della ricettività alberghiera a Pompei non è inferiore a nessun’altra». Al contrario, la presidente degli albergatori pompeiani è convinta che i punti di debolezza stanno nei trasporti, la sicurezza, i parcheggi ed il degrado urbanistico.
twitter: @MarioCardone2
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