Affetto da un linfoma maligno allo stato terminale. Dimesso da una primaria struttura ospedaliera vive in seno alla famiglia, nella più grande solitudine di contesto, quella che forse (ma speriamo di no) è l’ultima vigilia di Natale della sua vita.
Ci riferiamo ad un tredicenne della periferia di Pompei. Dove sono finite (ancora una volta) le tutele alla “buona morte” da parte delle Istituzioni? Dove si è nascosta la società civile (prossima a celebrare il suo rito elettorale) di una città che ha il privilegio di essere centro del culto mariano?
E’ sul tracciato delle risposte che mancano a domande di questo tipo che trova fondamento l’iniziativa della Fondazione Bartolo Longo III Millennio Onlus del dottor Sergio Amitrano.
La speranza è di realizzare un quadro di iniziative che possa prefigurare una vita migliore (soprattutto più umana) per le generazioni che verranno. Sarà necessario fermare quello che è stato definito il male del secolo (il cancro) che, nonostante i notevoli risultati della ricerca, continua a mietere migliaia di morti l’anno nelle molteplici forme in cui colpisce la vita, traendo la sua linfa malefica dalla crudeltà di quella forma di progresso che delega al profitto la valutazione di ogni regola morale.
Trae spunto da un film di successo l’iniziativa della Fondazione Bartolo Longo, ripartendo dalla prevenzione, adottando la strategia della rete per aumentare le forze.
E’ questo il motivo che ha indotto Sergio Amitrano ad essere presente nella conferenza stampa di oggi (11 dicembre) moderata dal ricercatore Armano Mei, con Rosario Angellotti, presidente di Afterlife Foundation. Insieme hanno progettato iniziative di sensibilizzazione dei giovani per la difesa dell’ambiente. Intendono sostenere cooperative agricole che producano senza veleni, convinti che è nell’alimentazione e nella difesa di elementi vitali quali aria ed acqua che si combatte la guerra a difesa della salute.
Si tratta d’imboccare un percorso controcorrente rispetto alla “società opulenta” che è difesa ad oltranza dalle lobby della cattiva chimica e cattiva finanza.
L’intenzione dichiarata a fondamento del convegno, previsto il 17 dicembre presso il teatro Di Costanzo-Mattiello di Pompei, è di adottare su tutto il territorio regionale metodi e procedure preventive che dopo molti contrasti sono state avviate nella Terra dei Fuochi. Non a caso gli interventi di scienziati e chirurghi di fama nazionale seguiranno l’incipit di Padre Maurizio Patriciello, che insieme ad altri ha avuto il coraggio di denunciare la pratica inquinante del territorio che doveva produrre nutrimento per le famiglie locali.
Ora la parola d’ordine è di “ripartire dalla prevenzione”. Iniziativa colma d’insidie che può avere successo solo se mette in campo una moltitudine di soggetti che antepongono la salute dei figli al guadagno facile. A Pompei è urgente il protagonismo del mondo cattolico in sinergia con l’arco delle svariate sensibilità della comunità locale.
twitter: @MarioCardone2
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