«Non compete a me decidere sull’occupazione di suolo pubblico da parte dei bar e dei ristoranti sulla Piazza Bartolo Longo di Pompei». E' la precisazione del Sovrintendente Massimo Osanna nella sua nuova veste di autorità di governo e tutela del sistema unico che vede accorpate le Soprintendenze Archeologia, Belle Arti e Paesaggio.
«La lettera che ho scritto al Comune di Pompei (che ha suscitato molte polemiche, ndr) voleva solo chiarire se le sedie ed tavolini posti davanti alla facciata di una delle cattedrali più famose del culto mariano fossero state regolarmente autorizzate», prosegue Osanna.
Con la nuova legge di riorganizzazione dei Beni culturali, Osanna è competente per “paesaggio” e “patrimonio”. Ne deriva che è titolato ad esprimere pareri sulle iniziative che incidono su tale contesto.
Gli organi deliberanti (segnatamente le Amministrazioni comunali), prima di modificare contesti urbani significativi per la presenza di monumenti (come il Santuario della Madonna di Pompei) dovranno consultare il parere del soprintendente al Paesaggio e Patrimonio.
Potrà sembrare un nuovo vincolo per i pompeiani anche se alla fine è interesse di tutti salvaguardare l’immagine di Pompei ed offrire ai turisti l’accoglienza migliore senza sacrificare gli affari ed il lavoro locale che sono il sale di cui si nutre qualsiasi forma di convivenza civile.
A questo punto la domanda spontanea per il soprintendente è: “Perché un’iniziativa del genere (come quella di Piazza Bartolo Longo) non è stata presa anche per l’area antistante il monumento archeologico?”. La risposta è immediata: «Prenderemo anche per quell’area la stessa iniziativa», ha precisato Osanna.
Le bancarelle ed i chioschi di Piazza Esedra dovranno per il futuro adeguarsi maggiormente al rispetto del paesaggio costituito dalla Pompei Antica.
In sintesi, l’iniziativa di Osanna è in piana sintonia con le direttive dell’Unità Grande Pompei alle Amministrazioni comunali della buffer zone, che nelle iniziative urbanistiche devono tener conto del paesaggio di contesto, privilegiato dalla presenza del patrimonio Unesco insieme ad altri siti di interesse (ville vesuviane e Santuario di Pompei) che richiedono una zona di rispetto per gli interessi privati.
Non significa che ai bar ed ai ristoranti, da ora in poi, sarà proibito chiedere autorizzazioni di suolo pubblico in vicinanza degli Scavi o del Santuario di Pompei. Ma che le stesse saranno autorizzate nel rispetto del paesaggio di contesto.
twitter: @MarioCardone2
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