«Restaurare un edificio degli Scavi archeologici di Pompei significa fare passi avanti sul piano della conoscenza, approfondire le ricerche interdisciplinari e sperimentare nuovi materiali nelle operazioni di restauro e messa in sicurezza degli edifici arcaici».
E’ la sintesi delle considerazioni espresse dal sovrintendente archeologico Massimo Osanna in occasione della presentazione alla stampa della domus dei Mosaici Geometrici, un enorme complesso dotato di oltre 60 ambienti (circa 3 mila metri quadrati di superficie) articolati su terrazze da cui è visibile un magnifico panorama che comprende la Valle del Sarno nel tratto terminale che sfocia a mare.
Il complesso deriva dalla fusione di almeno cinque edifici ed ha ricevuto gli ultimi interventi edili di sistemazione dopo il terremoto del 62 d.C.. Parliamo di un edificio che per la grandezza e la posizione (era affacciato a mare ed a pochi passi dal Foro) deve essere stato di proprietà di un dominus (proprietario) potente dell’antica città di Pompei.
Inoltre la stratificazione delle diverse fasi di costruzione dimostrano una preesistenza di almeno tre secoli di storia che offrono ricchi spunti di approfondimenti agli archeologi che non si sono evidentemente fermati all’ammirazione e descrizione dei pavimenti che presentano diverse forme geometriche in vari ambienti della casa, che è stata solo in parte restaurata e presto sarà visitabile. Mentre il resto rientrerà in un diverso cantiere dei lavori che prevede anche la sistemazione della parte residuale delle logge esterne. Altra parte è evidentemente crollata a valle.
Le indagini archeologiche condotte sulla casa documentano diverse fasi edilizie in cui il primo impianto risale al II secolo a.C. (periodo repubblicano) anche nel settore addossato al muro di cinta.
Ai mosaici appartenenti all’ultimo periodo della casa si affiancano numerosi pavimenti di graniglia bianca di calcare e cocciopesto. Rilevanti il pavimento geometrico di un ambiente bipartito da un tramezzo ed altri ambienti con motivi vegetali, come il rosone centrale di un grande vano nord-occidentale.
twitter: @MarioCardone2
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