Il "no Hub" su Pompei si riempie di contenuti grazie al progetto alternativo presentato per la prima volta in Regione Campania dal M5S, che farà un tour nei Comuni della ‘buffer zone’ da Pompei agli altri siti vesuviani del distretto turistico Unesco.
Il progetto consiste nel promuovere il “Distretto della Grande Bellezza” al posto della costruzione dell’Hub ferroviario che comprende un centro commerciale per turisti e che diventerebbe (per diretta ammissione) l’area di accoglienza che manca agli Scavi di Pompei.
Essa sarebbe dotata di parcheggio ed altri servizi.
“La proposta del Movimento 5 Stelle punta ad utilizzare i fondi preventivati per l’Hub (circa 35 milioni di euro, ndr) per finanziare il progetto turistico complessivo della buffer zone Unesco targata Pompei, con l’interscambio leggero tra Ferrovie dello Stato e Circumvesuviana, la redistribuzione delle risorse sul territorio per migliorare il paesaggio (col restauro degli edifici degradati), il potenziamento del trasporto locale insieme ad un servizio di bus turistici", si legge in una nota dei pentastellati.
L’intento del progetto Unesco, ripreso dal M5S, è di fare del flusso annuo di 3 milioni di visitatori un potenziale turistico per un’area più vasta.
Il dibattito sull’argomento ha portato spunti interessanti sul territorio come quello di Virginia La Mura, che ha interessato l’intervento del mondo agricolo non solo per la salvaguardia dell’ambiente circostante (che interessa il parco regionale del fiume Sarno e quello del Vesuvio) ma soprattutto per l’alimentazione biologia a chilometro zero grazie ai frutti della terra che figuravano sulle tavole della Pompei antica (cavoli, carciofi, cipolle).
Altro interessante contributo arriva al progetto complessivo dall’Altritalia Ambiente, che propone di rilanciare il ruolo del trasporto sulle acque interne e marittime.
Si prende spunto dalle fonti storiche che spiegano che era il pagus maritimus che conferiva a Pompei il ruolo di terminale portuale fluvio-marittimo di Acerra e Nola.
L’ antichissima via Stabiana - consumata per secoli dai solchi tracciati dalleruote dei carri carichi di merci diretti al Porto o da esso provenienti - prende il nome dalla Porta di Stabia, posta al centro del fronte meridionale della Pompei antica diretta verso la laguna costiera, che potrebbe essere ripristinata a tutto vantaggio della difesa dell’ambiente, del paesaggio e del turismo fluviale.
Un progetto che propone una sfida innovativa con il ripristino dell’antico: invece di portare Pompei verso il mare (come sostiene l’associazione dei costruttori) avvicinare il mare a Pompei.
twitter: @MarioCardone2
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