Rieccolo. L’ex sindaco di Pompei, Nando Uliano, è tornato a dire la sua sui social ed in visita presso le case dei pompeiani come un curato di campagna.
Ha praticamente cominciato la sua campagna elettorale anche se al momento si presenta come un condottiere sprovvisto di esercito e di scudieri, considerato che corre la voce che è stato abbandonato dai due fedelissimi (vicesindaco e capo della segreteria) che non avrebbero mai dovuto fare un’azione del genere visto il caro prezzo che l'ex sindaco boy scout ha pagato fino all’ultimo per difendere le loro poltrone.
Tutte queste considerazioni fanno parte però del passato. Al presente resta in piedi un’evidenza che va riconosciuta a Uliano quando afferma: «Stanno fioccando diversi nomi di papabili candidati a sindaco ma nessuno ha messo ancora sul tavolo proposte serie per il futuro della città».
Un’evidenza che dimostra il vuoto politico di questi giorni a Pompei, fase dedicata notoriamente dai capi popolo alla preparazione delle liste elettorali. Perché chi non si è dimostrato capace di formare una lista non si può sedere ai successivi tavoli della concertazione.
Uliano, che in questi giorni piange lacrime di coccodrillo ricordando - nelle case delle famiglie pompeiane che lo invitano - i progetti (strade, cimitero, casa di riposo, illuminazione pubblica e flussi turistici) che non è riuscito a realizzare, a causa del "golpe" di settembre, è figlio della stessa politica che oggi condanna.
Lo ha dimostrato ampliamente in campagna elettorale e nei successivi due anni di amministrazione comunale.
Riguardo alle iniziative amministrative, se è vero che è stato mandato a casa con tre anni di anticipo è altrettanto evidente che ha perso due anni a fare e disfare giunte sbagliate in partenza ed alleanze politiche improponibili.
Il risultato è che stato lasciato solo. Ciò che però preoccupa dopo questa parentesi è che il resto del ceto politico pompeiano, vale a dire i personaggi che hanno seguito dalla prim’ora il sindaco boy scout, quelli che facevano finta, i "giuda e i farisei" e quelli invece che lo hanno contrastato aspramente, sta commettendo gli stessi errori di prima, convinto che anche l’elettorato è rimasto immobile. La conseguenza sarebbe che gli errori in politica non li paga nessuno.
twitter: @MarioCardone2
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