Recenti episodi di delinquenza dentro le mura del Polverificio Borbonico (edificio monumentale del secolo scorso), impongono urgenti misure di sicurezza anche in previsione che il sito sarà funzionale agli Scavi di Pompei.
Recentemente al suo interno è stato scassinato un distributore di bibite allo scopo di rubare le monete dalla gettoniera. Sull’episodio è stata presentata denuncia da parte dell’amministrazione comunale di Scafati ai Carabinieri. In essa, insieme alla relazione sui fatti accaduti, è stata spiegata la responsabilità della Soprintendenza di Pompei che ha ricevuto in affidamento lo storico complesso che è ancora privo di sorveglianza e di conseguenza esposto a furti ed atti vandalici.
Episodi incresciosi che impongono misure urgenti di sicurezza della vasta area pubblica, attualmente sotto responsabilità della Soprintendenza. Vale a dire custodi e sistemi moderni di sorveglianza.
L’argomento diventa di grande attualità dopo le recenti dichiarazioni del soprintendente Massimo Osanna (nella foto) sulle intenzioni di utilizzo del Polverificio Borbonico di Scafati, che da aprile è sotto la diretta competenza alla Soprintendenza. Osanna ha detto ripetutamente di volerlo utilizzare come scrigno di reperti archeologici aperto al pubblico. In poche parole, il Polverificio Borbonico diventerebbe il museo da sempre mancante a Pompei.
Potrebbe in futuro integrare la visita agli Scavi, che vi sarebbero quotidianamente collegati con una navetta che viaggerebbe su monorotaia lunga 1,4 chilometri.
Il complesso borbonico di stile vanvitelliano è inserito in un parco con vegetazione vesuviana. E’ composto da diversi manufatti di stile vanvitelliano. Si prevede, nell’ambito del Grande Progetto Pompei, ed in sinergia con le comunità locali, di restituire al territorio una delle più grandi aree demaniali di maggior pregio al fine di realizzare un centro polifunzionale a servizio del sito archeologico pompeiano con uffici, foresterie, sala conferenze-auditorium, sale studio, laboratori, spazi per eventi culturali e mostre e per l'archiviazione organica, la catalogazione, l'esposizione e lo studio dei reperti archeologici.
Ora, a parte il fatto che bisognerebbe che Osanna, su un progetto del genere, sentisse il parere della società civile pompeiana, resta l’urgenza che dovrebbe prima mettere in sicurezza il Polverificio e poi parlare di un futuro sito polifunzionale per l’archeologia.
twitter: @MarioCardone2
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