«La sfiducia politica con conseguente fine del sindacato pompeiano di Nando Uliano è la naturale, fisiologica, chimica ed oserei dire antropologica conseguenza della leggerezza di un uomo trovatosi fortunosamente al comando di una città troppo importante e troppo sottovalutata da egli stesso e da tutto il resto della sua disomogenea maggioranza , ancora più priva di spessore tecnico e politico».
Lo afferma in una nota Attilio Adami, membro provinciale del Pd.
«La mancanza di rispetto verso l'altra parte politica - prosegue -, verso le istituzioni e soprattutto verso i cittadini, ha portato a continui cambi di giunta, continui e puerili errori amministrativi, ad una inconsistenza politica ed a cambi di casacca con salti della quaglia mai visti prima nella storia della città», chiosa Adami, che definisce Uliano «come il peggiore sindaco in assoluto di tutta la storia politica di Pompei dall'eruzione del Vesuvio del'79 d.C. in poi».
«Sfidare il proprio partito o far finta di appartenerci a propria convenienza, rigettare progetti cruciali come l'Hub, andarsi a vendere ad altri schieramenti, sono errori imperdonabili e scontati da pagare in una politica di tripolarismo come quella attuale - continua Adami nelle sue accuse -. Troppo debole Uliano, imbavagliato in piccoli interessi di parte. Troppo importante Pompei, crocevia di turismo e religiosità, per un uomo normale catapultato a guidare il timone in anni di crisi universale. Gli rimprovero tra l'altro di non essersi dignitosamente dimesso tutte le volte che il sottoscritto glielo ha consigliato, detto e gridato in tutte le salse. Adesso cari cittadini proiettiamoci alle nuove elezioni con la speranza di non commettere lo stesso grave errore, poiché il nostro futuro è nelle nostre mani. Sarebbe anacronistico ripetersi e diabolico rifarlo, non potendo poi risentire quello che oggi è per me e per voi questa insostenibile leggerezza dell'essere, ha concluso Adami.
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