La scommessa del sindaco di Pompei, Nando Uliano, di un cambiamento radicale di rotta amministrativa, fatto di precisi punti strategici, concordati e sottoscritti da tutta la maggioranza (anche dal consigliere Ametrano che si è dato una scadenza come uno yogurt) dovranno comportare risultati in tempi brevi (sei mesi).
Iniziativa che, come si è visto, non convince nessuno nel ceto politico se è vero che gli esclusi eccellenti (vale a dire i politici tagliati fuori, nonostante l’alto numero di preferenze, perché avevano scelto il cavallo perdente) si sono già organizzati prevedendo che dopo l’estate potrebbe implodere la maggioranza insieme ai suoi buoni propositi.
A Pompei si fa già il nome di quattro personaggi che avrebbero dato la loro disponibilità (o si sarebbero autoreferenziati) per la poltrona di comando che potrà essere messa in balio in occasione del prossimo ricorso alle urne ritenuto da molti imminente, per diversi motivi: la scommessa politica con Luigi Ametrano, fondata oggettivamente su una partita perdente già in partenza; la litigiosità interna (nella quale emerge anche la rivalità di due autorevoli esponenti della maggioranza, che aspirano - abbastanza allo scoperto - alla successione di Uliano, dato per rinunciatario dalla vox populi quando potrebbe cadere l’immancabile verifica elettorale successiva alle sue ipotetiche - ma tutte da verificare - dimissioni.
Esse potranno essere di natura volontaria o obbligata dalla mancanza di numero legale in consiglio comunale.
La verità è che in questi caldi giorni di agosto si stanno concludendo patti, concordando strategie ed annunciando alleanze di bandiera all’opinione pubblica.
E’ un fermento tipico del periodo pre-elettorale a Pompei. Uliano è abituato a mangiare un panettone alla volta ma a Pompei c’è chi giura che quest’anno non arriverà neanche a gustare il torrone della festa di Ognissanti.
twitter: @MarioCardone2
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