E’ rimasto irrisolto il giallo sull’utilizzo (pare non autorizzato) di un’automobile di servizio del Comune di Pompei. Nessuno ha dato spiegazione degli spiacevoli episodi avvenuti al piano nobile di Palazzo de Fusco, a quanto si dice frutto di tensioni insorte tra esponenti di vertice.
Ci riferiamo a quanto avvenuto oltre 100 giorni fa e vicende che, anche se non sono stati raccontate nell'ambito della cronaca locale, distratta dallo sviluppo di una crisi politica su un diverso versante, contribuiscono a disegnare il profilo di legittimità di soggetti di primo piano.
Testimoni oculari riferiscono di “nervosismi incontrollati” collegati alla decisione di quattro mesi fa di annullare un viaggio a Xi’ An (Cina) prenotato per una delegazione dell’amministrazione della città, creata dalla “politica del cambiamento”.
E’ dato di cronaca locale, invece, che il 16 marzo scorso il sindaco Uliano s’infortunò ad una gamba e che nei giorni successivi, in cui si assentò dal suo ufficio per curare dalle fratture che si era procurato nell’attraversare una strada, qualche suo coinquilino - pare - fece un uso, meno parsimonioso, del mezzo di trasporto comunale, normalmente a disposizione del primo cittadino.
Siamo fermi a questa notizia Né si è potuto appurare altro in questi quattro mesi. Le fonti ufficiali non hanno neanche tentato di spiegare ai cittadini-contribuenti i motivi di un brutto episodio (se confermato) aggravato dall’assenza del sindaco.
I pompeiani avrebbero voluto conoscere in primis i motivi che avevano fatto organizzare il viaggio in Cina e successivamente le circostanze che hanno indotto gli amministratori a rinunciarvi.
Le tensioni di Palazzo, i disguidi funzionali (definiti così in attesa di chiarimenti) e qualche presumibile dispetto incorso tra "delfini" rivali (forse innocente ma che poteva essere letto come avvertimento) sono stati contestuali ai preparativi di un viaggio organizzato su un aereo che non è mai decollato.
Probabilmente alla fine ha prevalso il buon senso, considerato che nella circostanza era indisponibile per invalidità temporanea il numero uno dell’esecutivo pompeiano. Al cronista lasciato sospeso per quattro mesi al filo del "giallo", sono stati elargiti a sigillo della sua perseveranza due secchi “no comment”.
Dinieghi che pesano come macigni perché intendono più parole di un vocabolario (per l’appunto cinese). Se il massimo responsabile municipale dell’Anticorruzione e della Polizia di Stato locale escludono pubblici chiarimenti inducono (ovviamente) sentimenti di legittima preoccupazione.
Chiarire le responsabilità dei vertici istituzionali, di dirigenti e operatori del Comune di Pompei è materia di competenza degli organi di vigilanza (interni ed esterni). Per quanto attiene, invece, la politica esiste principio perenne che chi ricopre cariche di responsabilità (e conseguenti posizioni di potere) nelle Istituzioni Pubbliche ha il dovere di fare un passo indietro quando apprende che è in corso di verifica qualche sua iniziativa.
twitter: @MarioCardone2
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