«Negli Scavi archeologici potrebbero trovare lavoro alcuni dei migranti che saranno ospitati a Pompei in un prossimo futuro». Lo ha comunicato il direttore generale della Soprintendenza Massimo Osanna, intervenendo alla cerimonia della stipula del patto d’amicizia tra Pompei e Nola.
Alla base della convenzione il sentire comune delle due comunità che hanno nella devozione per San Paolino la spinta orientata ad operare a favore dei poveri, quali appunto i migranti, gli emarginati ed i disoccupati. L’amicizia tra Nola e Pompei è stata suggellata sabato mattina, 11 giugno, con una funzione religiosa nella chiesetta dedicata al Santo. Successivamente nell’area verde di Porta Stabiana, all'interno del parco archeologico, c’è stata la firma dell’atto in mezzo ad una cornice di cittadini di Nola e di Pompei.
Erano presenti l’arcivescovo Prelato di Pompei, Tommaso Caputo, e l’arcivescovo di Nola Beniamino Depalma, insieme al direttore Osanna. Vale a dire a dire le autorità morali, civili e culturali delle due comunità vesuviane detentrici di Beni Culturali patrimonio dell’umanità quali il sito archeologico di Pompei e la festa dei gigli di Nola.
Negli interventi è stato tracciato il profilo storico dei due centri vesuviani sui quali si erge la figura tutelare di San Paolino come un ponte tra la concezione pagana della cultura e quella cristiana medioevale perché, come dimostra la processione della Festa dei Gigli, è stata rivestita di significato cristiano la simbologia pagana dell’epoca precedente.
Entrambe le città (Nola e Pompei) vantano un’antica tradizione che emerge nella toponomastica, nella vocazione archeologica ed infine nella vicinanza ai fenomeni sismici vesuviani.
I due centri, in epoche diverse, hanno subìto la devastazione sismica vesuviana che ha fatto danno al territorio ma, in pari tempo, ha conservato preziose testimonianze: a Nola l’eruzione delle pomici di Avellino (1860 - 1640 a. C.) ha restituito reperti di un villaggio dell’età del bronzo antico; a Pompei l’eruzione del 79 dopo Cristo ha conservato la maggiore testimonianza della civiltà romana.
La devozione per San Paolino negli scavi di Pompei nasce in primis dal fatto che la città, fino al 1894, rientrava nella diocesi di Nola che lo ha come Santo patrono. La collocazione della cappella al Santo nei pressi di Porta Stabia ricorda il suo approdo presso lo scoglio di Rovigliano (che segna il confine tra Torre Annunziata e Stabia) dal suo ritorno dall’Africa. Entrambi, dunque, sono riferimenti significativi.
Alla luce di essi le città di Pompei e Nola sono realtà dalla cui sinergia possono nascere interessanti opportunità turistiche, economiche e culturali. Il patto di amicizia consente di mettere in campo ambiziosi progetti.
«E' un giorno importante per Pompei e Nola - ha dichiarato il sindaco della città mariana, Nando Uliano -. Tutti i patti di amicizia sono importanti ma io credo che questo abbia un sapore tutto speciale».
«Nel patto di amicizia tra Nola e Pompei c'è molto di più dell'adesione formale - ha detto a sua volta Geremia Biancardi, primo cittadino di Nola -. C'è in esso il riconoscimento assoluto di valori come l'amicizia, appunto, ma anche come la solidarietà e la prossimità che nell'epoca dell'individualismo rappresentano uno stile di vita da perseguire».
twitter: @MarioCardone2
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