Serve l’illuminazione pubblica ancora prima della videosorveglianza a Pompei.
La questione è venuta fuori nel dibattito dell’ultimo Consiglio comunale in cui è stato deliberato il regolamento della videosorveglianza (peraltro passato all’unanimità). In quell’occasione è stato notato che molte strade di Pompei ancora sono sprovviste di illuminazione. Cosa grave per la sicurezza, soprattutto dei bambini. Come è facile immaginare, situazioni del genere si presentano specialmente nelle contrade di periferia. Il consigliere comunale Maria Padulosi ha illustrato a proposito l’esposto di un’associazione locale che si lamenta perché in una traversa di via Ripuaria manca la corrente elettrica. La realtà delle cose è a conoscenza dell’Amministrazione e del primo cittadino Nando Uliano, che ha spiegato che in molti casi precedentemente la corrente c’era ma l’impianto era abusivo.
E’ la solita storia del cane che si morde la coda. In poche parole, il tessuto urbano di Pompei ha un numero imprecisato di strade (ma non sono poche) che non fanno parte della pianta urbanistica perché sono realizzate senza alcuna autorizzazione. Il fatto è che le strade ci sono e nel frattempo qualche precedente esponente politico che non si perdeva in pratiche burocratiche vi aveva fatto anche costruire l’impianto d’illuminazione (abusivo come la strada).
Una tal situazione d’illegalità non poteva durare in eterno. E’ venuta fuori sotto il regime del sindaco boy scout che ora ha davanti a sé una montagna da scalare (in senso metaforico naturalmente). Se vuol fare le cose per bene, probabilmente i pompeiani che non hanno la luce dovranno passare il testimone alla generazione successiva. Nel caso contrario dovrà valutare anche lui la possibilità di piegarsi a qualche scorciatoia. Intanto parte la videosorveglianza che però non funziona dove non c’è l'illuminazione.
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