“Il mio libro non è uno show”. Avrebbe potuto replicare Pino Imperatore, facendo il verso al titolo del suo stesso romanzo “Questa scuola non è un albergo”.
Il volume è stato rappresentato, commentato e spiegato dagli studenti del liceo “Pascal” di Pompei. Al contrario, il fortunato autore della “Saga degli Esposito” ha dovuto ammettere alla fine che si è trattato di uno “spettacolo” composto di recite, danze, musiche, vignette, filmati, risultati di sondaggio sulla pagina più bella e domande all’autore.
«Mi avete convinto di aver scritto un libro migliore di quello che credevo».
Dopo la manifestazione vivace e colorata di un Istituto scolastico esemplare quale quello diretto dalla dirigente scolastica Filomena Zamboli, solo un quesito è rimasto senza risposta: “E’ stato più bravo Imperatore (scrittore e giornalista) nella concezione della storia narrata nel libro o i ragazzi del Pascal a metterla in scena nelle svariate forme artistiche ed espressive di cui si sono dimostrati capaci?”.
L’autore ha messo in campo il mestiere di chi dalla cronaca è passato alla narrativa, vale a dire del professionista smaliziato che ha presente l’effetto che può avere sul lettore ogni battuta comica oltre che il profilo dei personaggi e l’ambientazione di contesto di una tipica periferia napoletana (quale Bagnoli).
Una storia dura, nostalgica e colorita. Non solo “Mare, Vesuvio e sfogliatelle” ma l’orgoglio tipicamente partenopeo di difendere l’identità meridionale portatrice dei segni della cultura greca - romana (come quella di Pompei) invidiata da tutto il mondo.
Imperatore, sia nel romanzo che nel corso della conversazione con i ragazzi del Pascal, ha dispensato pillole di saggezza a sostegno della loro formazione, conscio che la sua è una tematica generazionale in contesto difficile, volutamente in chiave popolare, probabilmente per attrarre meglio i lettori (nella maggior parte adolescenti).
La tecnica narrativa coinvolgente in un mix di mistero, colpi di scena, episodi leggeri e momenti di tensione poetica. Il mestiere dell’autore è comunque radicato in un contesto di valori sani che gli fanno onore e si esprime nello stile descrittivo della commedia tradizionale napoletana (che ha un padre nobile nel teatro greco) e utilizza la pratica dell’esempio per coinvolgere gli adolescenti.
Per tutto questo Pino Imperatore è stato accolto al “Pascal” come un protagonista contemporaneo. Un eroe dei sentimenti veri come il suo protagonista Angelo d’Amore. Lui ha apprezzato questo calore e ne è rimasto visibilmente emozionato.