Ancora una volta numeri consistenti conseguiti in occasione della "Domenica al Museo", iniziativa del MIbact che consente l'ingresso gratuito ai siti archeologici vesuviani, tra cui Pompei.
Quasi settemila visitatori negli Scavi giunti domenica 6 marzo, e per l’8 marzo (festa della donna) il ministro Dario Franceschini ha già annunciato che il gentil sesso usufruirà dell’ingresso gratuito nel parco archeologico come in tutti i siti culturali italiani.
Allo stesso tempo, negli ambienti degli operatori turistici e tra i rappresentanti sindacali dei custodi degli Scavi affiora qualche perplessità sul proseguire nella politica dei traguardi numerici riguardo agli ingressi nel parco archeologico di Pompei, dal momento che in alcuni casi gli afflussi eccessivi di visitatori, che avrebbero potuto compromettere la sicurezza del monumento, hanno consigliato un limitato contigentamento delle entrate limitato a determinate fasce orarie.
Risulta anche che da tempo la Direzione della Soprintendenza sta studiando percorsi di visita alternativi rispetto a quelli “classici” organizzati regolarmente dalle guide turistiche.
«I crocieristi consumano gli Scavi. Il gradino di ingresso del Tempio di Apollo, in particolare, è stato consumato dai flussi di turisti che a milioni si riversano nel sito archeologico». A lanciare l’allarme ed annunciare che sono allo studio proposte di visite alternative, è stata in un recente convegno Adele Lagi, archeologo dell'ufficio Unesco del Ministero per i Beni Culturali Il motivo di queste iniziative è sempre lo stesso: alleggerire l’impatto usurante dei turisti su alcuni luoghi più famosi e per questo motivo più frequentati.
A parte le varie considerazione che riguardano la tutela del parco archeologico pompeiano, in sede politica vale anche il trade-off tra costi e benefici. In altre parole molti sono quelli che continuano a chiedersi se il turismo "mordi e fuggi" rilascia più costi alla comunità ospitante o più vantaggi economici sul territorio. C’è chi comincia a pensare, dentro e fuori l’Amministrazione della città di Pompei, a misure di incentivi che premino il turismo di qualità, che in ogni caso è sempre quello stanziale, perché chi viene per un’ora sola a Pompei, torna a casa con un ricordo confuso e finisce per essere causa di costi di accoglienza che, sul versante opposto, non produce benefici culturali per lui e la sua famiglia.