Un comunicato ufficiale della dirigente scolastica del liceo Pascal di Pompei, Filomena Zamboli, ha messo fine alla polemica, quanto meno ingiustificata, insorta sul web nei confronti della direzione della sua scuola sul fatto che si è trovata costretta a vietare, in via provvisoria e per motivi di sicurezza, l’uso della palestra agli studenti e di conseguenza anche ai frequentatori esterni. Vale a dire alcune associazioni sportive che la utilizzano stabilmente a titolo gratuito.
Alla luce dei fatti pare che sia partita una lagnanza ingiustificata (perché non basata su dati oggettivi) da parte di una di queste Società sportive pompeiane che ha protestato quando si è vista negare l’accesso alla palestra ai suoi iscritti.
Si è in questo modo scatenata una catena di commenti ed osservazioni sulla piazza mediatica che hanno creato uno spiacevole quanto infondato clima di dissenso nei confronti della direzione del liceo Pascal.
Nel frattempo non c’è stato nessuno che ha avuto lo scrupolo di approfondire le reali motivazioni del divieto che, alla luce di notizie facilmente verificabili, risale a motivi di massima sicurezza e di tutela dell’integrità fisica dei giovani che frequentano la struttura. Circostanza che al contrario di quanto è successo avrebbe dovuto essere apprezzato.
Per dirla in breve si sono verificati guasti all’impianto elettrico della scuola. I tecnici della Città Metropolitana, competenti in materia, hanno accertato, su invito della direzione dell'Istituto, dopo una serie di sopralluoghi, che ben tre congegni “salvavita” sono fuori uso. Circostanza che, come è facile capire, mette a rischio la sicurezza degli utenti. Ne consegue che chi è responsabile della struttura pubblica è obbligato a chiuderla alla frequentazione fino a quando non verrà ripristina la sicurezza.
E’ quanto ha fatto la Zamboli che ha decretato la chiusura provvisoria della palestra. E’ la stessa iniziativa (con tanto di attestazione tecnica) che avrebbe preso ogni prudente genitore. A Pompei però una cautela del genere ha fatto scatenare una tempesta in un bicchier d’acqua cagionata dalla diffidenza amorale di alcuni e dalla malafede di altri. Dispiace alla fine che una scuola che, al di là delle spiegazioni che fornisce nel suo articolato comunicato la dirigente scolastica Zamboli, si distingue a Pompei per l’apertura generosa alla partecipazione sociale, con iniziative frequenti di elevato profilo, sia additata alla prima occasione come cattivo esempio senza approfondire i fatti. Concludiamo con la buona notizia per i giovani desiderosi di ritornare alle attività sportive in palestra. I tecnici della Città Metropolitana sono fiduciosi di risolvere il disguido elettrico in pochi giorni. Se non subentrano altri imprevisti a breve sarà riaperta la palestra ai principali fruitori, gli allievi del liceo Pascal, ed agli ospiti esterni delle associazioni sportive autorizzate.
Di seguito, la nota della dirigente Zamboli
Intervengo a seguito di un comunicato apparso ieri sul sito ufficiale di una Società sportiva, con il quale ha inteso protestare per una provvisoria interdizione dell’uso della palestra scolastica, ampiamente motivata da ragioni tecniche legate all’assenza di sicurezza per seri guasti all’impianto elettrico. Il comunicato cita fatti e circostanze assolutamente non corrispondenti alla verità e questo inopportuno intervento ha innescato, purtroppo in un mondo che spesso rifiuta di documentarsi, una serie riscontri, da parte di chi ignora i fatti, con affermazioni offensive nei confronti di persone e categorie.
I fatti documentati ed incontrovertibili, non manipolabili e non distorti, sono i seguenti.
L’impianto elettrico dell’ampia palestra scolastica da qualche tempo non regge ai carichi abituali, per la quale ragione, nel mentre è stato chiesto alla Città Metropolitana di Napoli di fare un sopralluogo tecnico per eliminare i disagi e riportare l’impianto alla piena funzionalità, è stato anche chiesto alle Società sportive che utilizzano la palestra tutti i giorni della settimana in serata (la domenica solo la mattina), di continuare ad utilizzare la palestra ma badando ad usare il minor numero di punti illuminanti, in modo da non sovraccaricare l’impianto.
La Città Metropolitana di Napoli ha provveduto, lunedì scorso, ad inviare dei tecnici i quali, dopo di aver esaminato l’impianto, hanno concluso che ben tre apparecchiature cosiddette “salvavita” sono guaste, la qualcosa determina un serissimo rischio per la vita degli utenti, tanto da consigliare di interdire l’uso della palestra. Identico parere hanno espresso sia l’ASPP dell’istituto sia il Responsabile della sicurezza, per cui, nella mia qualità di dirigente scolastica, al fine di evitare una possibile tragedia, ho dovuto interdire l’uso della palestra.
Ieri mattina sono tornati i tecnici della Città Metropolitana di Napoli per sostituire le apparecchiature difettose, ma, a quanto è stato dato di capire, non hanno potuto ripristinare il funzionamento dell’impianto per mancata corrispondenza alla bisogna degli apparecchi in loro dotazione. I tempi stretti nell’avvicendarsi degli interventi fanno ben sperare che la Città Metropolitana di Napoli provveda con ogni urgenza, anche per consentire ai miei alunni di utilizzare la palestra, al momento interdetta, ovviamente, anche a loro.
Tutto quanto sinteticamente riportato è puntualmente documentato e conservato agli atti della scuola, a disposizione di chiunque ne abbia diritto. Questa è la verità. Non intendo, almeno in questa occasione, difendermi dalle accuse infamanti e da valutazioni approssimative; e tuttavia affermo che questo Liceo da tempo ha dimostrato e dimostra di essere parte integrante e significativa del territorio in cui opera, allargando la sua opera formatrice a tutto campo anche nei confronti della cittadinanza, ricercando le possibili opportunità che il territorio può offrire ai propri studenti, aiutandoli a costruire il proprio futuro. Come è giusto che sia, il Liceo, unica istituzione scolastica di secondo grado in questo territorio, si è collocato al centro ed offre collaborazione a chiunque, singolo o impresa, che intenda costruire un percorso condivisibile.