Sono trascorsi sei mesi dall’approvazione del regolamento sull’occupazione del suolo pubblico a Pompei. Ma i commercianti e gli albergatori non ne hanno visto ancora i risultati. Lamentano ritardi burocratici, sviste ed inadempienze nel rilascio dei permessi da parte degli uffici comunali preposti. Risulta urgente velocizzare l’iter delle autorizzazioni richieste perché le pedane che alcuni esercizi commerciali (specialmente bar e ristoranti) chiedono di installare sulla strada devono essere montate entro la primavera, quando, con il tempo buono, comincia per loro la stagione dei maggiori affari.
«E’ in essere un continuo rimbalzo di responsabilità tra il comando dei vigili urbani e l’ufficio tecnico abilitato a rilasciare i permessi dietro congrui corrispettivi». E’ la lamentela rappresentata dalle associazioni di categoria in occasione dell’ultima riunione della I Commissione consiliare.
Le pressioni maggiori provengono da gestori di bar e ristoranti, che hanno la necessità di portare all’aperto i tavoli per la consumazione. Per questo motivo chiedono di ”riscattare” alcuni stalli di parcheggio che si trovano davanti al loro ingresso. In poche parole i commercianti chiedono (dietro congruo corrispettivo) la possibilità di installare una pedana al posto di alcuni stalli di parcheggio che sarebbero in questo modo annullati.
«Lo fanno a Castellammare di Stabia ed a Vico Equense - argomentano Rosita Matrone e Alessandro Di Paolo, rispettivamente presidenti Adap ed Ascom - perché non possiamo farlo anche noi a Pompei?».
Quest’argomento ha convinto il presidente della I Commissione istituzionale, Alfonso Conforti, ad intervenire con due incontri distinti: prima con le associazioni degli operatori turistici di Pompei, successivamente con i dirigenti del Comune competenti in materia.
Resta da chiarire che nella riunione l’ufficiale dei vigili urbani Francesco Pisacane (che sostituiva il comandante Petrocelli nella seduta del 18 febbraio) ha comunque già avvisato che rilasciare questo nuovo tipo di permessi è di non facile applicazione perché è necessario contemperare diverse esigenze. In primis quelle dei pedoni e degli automobilisti per evidenti motivi di sicurezza e di libertà di movimento. Resta anche in gioco una perenne subalternità psicologica (e forse non solo) dei politici rispetto agli operatoti commerciali, date le esperienze pregresse per cui iniziative del genere hanno comportato danni economici e di libertà di movimento per la collettività.