A cura della Redazione

Lunedì prossimo (11 gennaio) verrà smontata la mostra-evento pompeiana “Rapiti alla morte”, che chiuderà al pubblico il giorno prima. Allestita sotto la piramide in metallo e legno montata nell’arena dell’Anfiteatro degli scavi su progetto dell’architetto Francesco Venezia. Fu lo  stesso progettista a spiegare, in occasione dell’inaugurazione con il ministro Franceschini del 25 maggio del 2015, di aver inteso realizzare una forma massiva (egiziana) che racchiudesse una cavità interna romana. Il pregio della struttura si completa nell’agorà interna in cui galleggiano i calchi  (come in un cratere lunare fuori dal tempo) in un movimento complessivo armonioso che rapisce l’attenzione del visitatore.

L’allestimento per i venti calchi  restaurati  (metà statue, metà cadaveri) lunedì prossimo cesserà di esistere perché i calchi saranno trasferiti dal personale della Soprintendenza nella struttura di cristallo ed acciaio sita dinanzi piazza Anfiteatro. Parliamo di una struttura fatta costruire appositamente per ospitare il bookshop degli scavi, la biglietteria ed i servizi esterni. Al contrario, per vari motivi, è rimasta a lungo “deserta”. Ora è previsto che ospiterà per un periodo provvisorio i famosi calchi che saranno visibili da tutti i passanti. La solidità della struttura ed il sistema di videosorveglianza assicurerà la tutela dei reperti che del resto hanno solo un grande valore simbolico mentre mancano di valore venale.

La struttura destinata ad ospitare i calchi da alcuni è stata definita “serpentone” e da altri “ciambellone”. Sarà oggetto di manutenzione e pulizia straordinaria prima di ricevere quei morti senza sepoltura che sono rimasti come sospesi nel tempo. La loro sede  di definitivo “riposo” dovrebbe essere l’Antiquarium dove finirebbero, finalmente, di essere oggetto di curiosità dei turisti. Riguardo alla piramide dell’architetto Venezia, dovrebbe essere successivamente smontata e ricollocata altrove (si ipotizza il sito della Palestra dei Gladiatori). Altro progetto non ancora definito riguarda una nuova mostra, forse per la primavera 2016, di reperti e di cultura egiziana, molto presente negli scavi di Pompei, che alloggerebbe all'interno della famosa e a volte contestata piramide.