Un trittico di opere liriche di grande presa popolare allietano le notti settembrine nel Teatro Grande di Pompei in cui la Traviata, il Nabucco e la Tosca saranno rappresentate fino al 20 settembre.
Il primo appuntamento di ieri (mercoledì 9 settembre) ha registrato la gara canora, di bellezza e di eleganza femminile tra tre splendide “Violetta” nell’interpretazione di tre divine della musica lirica: le soprano Natasha Dikanova, nel primo atto, Bing Bing Wang, nel secondo, e Tea Purtseladze, nel terzo atto. Uno straordinario esempio dell’universalità artistica dell’opera lirica. Spettacolo di alto livello che poteva essere concepito esclusivamente per la magica arena di Pompei. La versione dell'opera con tre soprani ha dato modo al regista Enrico Stinchelli di attribuire al personaggio di Violetta momenti di diversa vocalità e sensibilità interpretativa, come il grande Verdi aveva disegnato nella sua musica la passionale eroina dell’opera lirica italiana.
Occasione di gara artistica per gli spettatori di palato fine dell’arena operistica pompeiana, che hanno sfidato il tempo inclemente applaudendo entusiasticamente uno spettacolo di buona fattura dove Alfredo è stato interpretato da Michael Alfonsi, Germont da Stefano Meo/Sun Li, Flora da Carlotta Vichi, Annina da Elisabetta Zizzo, il Dottor Grenville da Davide Mura e il Barone da Angelo Nardinocchi.
Scena hot iniziale della regia di Enrico Stinchelline, il l“nudo” del primo atto di presentazione del quadro degli specchi. Sul podio, alla grande, il direttore d’orchestra, il Maestro Alberto Veronesi. Ad accompagnare il cast, l’Orchestra e il Coro del Pompei Festival con molte presenze di giovani promettenti del territorio. La stagione della lirica arriva a completamento di concerti di musica classica nel Quadriportico antistante il Teatro Grande degli Scavi. Alla fine una gran bella serata d’arte che hanno potuto attrezzare solo qualche centinaio di coraggiosi che hanno sfidato l’inclemenza di freddo e tempo (alcuni spettatori sono arrivati attrezzati con coperte). Ma ne è valsa la pena.