Ogni consigliere della minoranza si muove secondo le personali vedute. Al massimo si muovono a due, come nel caso dei “cugini gemelli”. Il fatto è che a pochi mesi dall’accordo proposto dalla consigliera Padulosi, che prevedeva una linea moderata su delibere condivisibili ma ferma negli altri casi che avrebbero dovuto esaltare le iniziative di minoranza, si è rivelato perché è mancato il consenso su obiettivi condivisi.
Sono bastate le prime brezze autunnali in una stagione estiva che pare voler proseguire ad oltranza, per indurre ad un clima del “si salvi chi può” i consiglieri di minoranza, dal momento che ognuno di loro ha cercato una “sponda indipendente” nell’elezione dei componenti della Commissione Paesaggistica ed Ambientale del Comune di Pompei, senza riuscire a cogliere un risultato dignitoso.
Parliamoci chiaro. Anche in questo ultimo caso è prevalso il cosiddetto “mercato delle capre” che caratterizza in passaggi di questo tipo un ceto politico che non è dotato di un progetto concreto. Nonostante ciò, in questo panorama devastante, i vari gruppi politici della maggioranza si sono dimostrati propositivi e compatti. Considerazione opposta è valsa per la minoranza, che si è dovuta accontentare dell’unico seggio rimasto in palio assegnato sulla base di un regolamento che ha ricevuto molte critiche.
C’era da aspettarselo che in questo clima arroventato Attilio Malafronete sparasse a zero contro Salvatore Perillo reo, secondo lui, di aver giocato "all’amico del giaguaro" votando Giovanni Vangone e successivamente non esercitando un ruolo incisivo in sede di riunione dei capigruppo per decidere il criterio per eleggere l’ultimo eletto tra La marca e Desiderio (a pari voti).
La pensa diversamente lo stesso consigliere Perillo: «Mai cercato di entrare in maggioranza. I colleghi sapevano fin dal primo momento che avrei votato Vangone sulla base della stima personale e professionale che ho sui suoi confronti». Ha spiegato.
La conclusione del ragionamento di Malafronte è che la testa di Perillo dovrebbe cadere riguardo alla presidenza del gruppo misto, anche se Maria Padulosi, che insieme ad Andreina Esposito chiude l’ambito della commissione, si è dichiarata contraria ad un’ipotesi del genere anche perché, ha riferito, «vige l’accordo interno al gruppo consiliare misto per un anno di presidenza a testa».
Per chiudere il quadro, Attilio Malafronte nelle sue dichiarazioni è stato critico anche riguardo all’autonomia blindata sul nome di La Marca del duo Gallo - Martire.