Un’occasione di rinnovamento da non perdere per la politica pompeiana, quella che potrà essere indotta dal dibattito sul nuovo umanesimo cattolico che si svolgerà il 5 settembre presso il Teatro “Di Costanzo-Mattiello” di Pompei.
Il Convegno ha come titolo: “Quale umanesimo cristiano in terra campana?”, ed è organizzato dalla Conferenza Episcopale Campana come tappa intermedia lungo il percorso di preparazione al 5° Convegno ecclesiale della Chiesa Cattolica Italiana, previsto dal 9 al 13 novembre prossimi a Firenze.
Sulla scia della predicazione di Papa Francesco, che conferisce maggiore interessamento alle problematiche della convivenza sociale, parte l’invito alle Chiese campane “a porsi in ascolto dell’umano nel vissuto della nostra gente, secondo una modalità ‘sinodale’, attivata attraverso la riflessione nelle Diocesi, per portare il loro contributo al 5° Convegno ecclesiale nazionale”.
Si tratta, in soldoni, di affrontare, anche nel caso di Pompei, con maggiore energia di prima e fuori da uno schematismo prudenziale che per troppi anni ha ingessato l’iniziativa della Chiesa cattolica, temi fondamentali della convivenza umana come la solidarietà e la difesa del più debole, ma anche di elaborare un messaggio di riferimento per i cattolici su temi generali quali l’economia, la giustizia, l’ambiente, l’arte e la cultura.
I lavori al "Di Costanzo-Mattiello" avranno inizio alle 9.30, con la preghiera presieduta dal Cardinale Crescenzio Sepe, Arcivescovo di Napoli e Presidente della CEC. Modererà l’incontro il giornalista Marco Iasevoli.
Quale occasione migliore per la classe politica locale di trovare spunti di rinnovamento che faccia sganciare il dibattito locale dai mediocri interessi di bottega, al fine di volare in alto verso obiettivi condivisi sul bene comune quali l’accettazione del «diverso» ed il senso di pietà per la miseria umana. Argomenti, quelli probabilmente trattati nel convegno del 5 settembre, che sono di ordine generale e per questo motivo possono influenzare anche le scelte di politici che operano a livello locale in un territorio contraddittorio come quello di Pompei, che alle eccellenze degli scavi archeologici e del Santuario delle Vergine del Rosario annette elementi di vero e proprio disastro ambientale e disordine morale, come l’inquinamento del Sarno, le discariche abusive nel parco del Vesuvio ed i fuochi abusivi delle campagne. Ed inoltre il "lavoro nero", lo spaccio di droga e lo sfruttamento sessuale.
Questi sono i motivi per invitare il ceto politico (maggioranza ed opposizione) a partecipare ad un momento di riflessione positivo e rigenerante nel dibattito, nella speranza che l’influenza cattolica, molto sentita sul territorio di Pompei, serva a dettare tematiche innovative possibilmente rinnovando le risorse umane e, con l’occasione, lasciare a casa chi non è armato di buona volontà.