“Spegnere le luci prima di lasciare i locali”. E’ una raccomandazione che si legge negli uffici del Comune di Pompei. Rappresenta la prova evidente della volontà di amministrare la cosa pubblica come la propria famiglia.
Una cosa sono, però, le buone intenzioni. Altra, invece, è passare dai buoni propositi alle oculate decisioni di spesa. Non tutti la pensano allo stesso modo riguardo all’importanza di alcuni tipi di spesa rispetto alle altre. Per esempio, il costo delle consulenze, lievitate enormemente negli ultimi anni, si potrebbe diminuire. La consulenze dovrebbero servire ad acquisire conoscenze che sono assenti nella burocrazia locale. Al contrario, si spendono molti quattrini solo per dotare l’amministratore locale dell’alibi di aver preso una decisione difficile esclusivamente sulla base del suggerimento dell’esperto di turno. Niente di più falso, perché le responsabilità di un amministratore sono sempre le stesse. Inoltre non sta scritto da nessuna parte che (ad esempio) uno scienziato del diritto civile abbia più buon senso del dirigente comunale che abbia a suo tempo studiato con profitto e superato il concorso pubblico per meriti oggettivi.
Questo è uno dei tati motivi per cui il “Piano triennale della razionalizzazione delle spese di funzionamento” non deve necessariamente limitarsi allo schema governativo proposto per la spending review pompeiana ma essere, al limite, di orientamento per tutte le poste di bilancio. L’Amministrazione Uliano ha fatto sapere all’opinione pubblica, con un comunicato, che da parte sua si è attenuta allo schema di governo, intervenendo nel corso dell’anno trascorso sulla dotazione comunale delle apparecchiature informatiche, sul parco vetture dell’Ente comunale, il numero dei cespiti immobiliari gestiti a vario titolo dall’ufficio patrimonio e la telefonia mobile in dotazione dell’organico del Comune di Pompei (sia quello politico che i dipendenti comunali).
Tutti conoscono l’abitudine del primo cittadino di economizzare sulla spesa del bar, ma per essere un amministratore equilibrato Uliano dovrà dimostrare di aver migliorato la qualità dei servizi ai cittadini e conferito maggior efficienza alla macchina comunale, senza pretendere tasse maggiori del suo predecessore. In questa ottica va vista con favore la decisione di riportare nella Casa comunale gli uffici che ne sono usciti per far posto ad ospiti non paganti. Uliano, nei suoi comunicati, suole ripetere che la situazione finanziaria del Comune di Pompei, lasciata dalla precedente Amministrazione, è critica. Fa bene a denunciare i suoi predecessori qualora dovesse individuare prove di responsabilità oggettive di mal governo. Ma sia ben chiaro che lui è stato eletto (e viene retribuito insieme ai suoi assessori con i soldi dei pompeiani) per trovare la soluzione ai problemi, mettendo al primo posto l’economicità della gestione.