Don Giuseppe Puglisi, martire della mafia ed in pari tempo uomo di chiesa che ha dato prova coraggiosa di impegno civile contro l'organizzazione criminale, contrastandola con la pratica del buon esempio, è il modello di vita che è stato proposto agli studenti del Liceo Pascal di Pompei nel corso di un dibattito che si è giovato della partecipazione dello scrittore-docente Alessandro D’Avenia.
La manifestazione ha concluso un ciclo d’incontri con gli autori dei libri che erano stati proposti dai docenti del "Pascal" durante l’anno scolastico. I libri letti hanno tracciato il filo rosso della formazione degli studenti e sono stati materia di confronto e di riflessione.
Ieri la conclusione dell'iniziativa nella suggestiva cornice del teatro "Di Costanzo Mattiello" di Pompei, per l’occasione affollato di ragazzi, famiglie ed appassionati della letteratura moderna.
L’autore del romanzo “Ciò che inferno non è“ ha proposto alcune delle numerose riflessioni sulla vita e l’insegnamento di Don Pino Puglisi. La conclusione è che “ciò che inferno non è” corrisponde alla capacità di amare.
La storia è quella di un coetaneo dei ragazzi dell’ultimo anno di corso del liceo Pascal (Federico) che affronta la vita con il cuore colmo di domande. Mentre si prepara a partire per una vacanza-studio, Federico incontra "3P", il prof. di religione: lo chiamano così perché il suo nome è Padre Pino Pugliesi. Propone al ragazzo di dargli una mano con i bambini del quartiere. Sembra una scelta occasionale ma l’esperienza diventa per Federico una lezione di vita in una stagione in cui il tempo sembra non passare mai. Per il ragazzo, entrare nei vicoli tortuosi di un quartiere di periferia, controllati da sentinelle della mafia, dove vale solo il codice di “cosa nostra” significa conoscere un mondo che neanche immaginava. La scoperta, poi, che quelle strade sono abitate da figure semplici ed indifese che però hanno dalla loro la forza della speranza, lo porta a fare una scelta di campo nel corso di un'estate siciliana che sembrava condannare all’immobilismo. Al contrario, tutto sta cambiando grazie all’iniziativa di un eroe mite che emerge con la sua personalità carismatica dalle pagine del romanzo. La sua voce pacata non si arrese nemmeno di fronte al suo assassino.
La manifestazione è stata di successo ed animata da presenze propositive tra le quali citiamo il primo cittadino di Pompei, Ferdinando Uliano, che si è complimentato per l’iniziativa con la dirigente scolastica Filomena Zamboli. Il momento cruciale è stata la rappresentazione del libro con coreografie originali ed interpretazione di brani del romanzo da parte dei ragazzi del liceo di Pompei. Significativo poi il momento delle domande degli allievi del Pascal all’autore, che ha proposto spunti di riflessione culturale accompagnati a sottintesi incitamenti alla passione civile.