A cura della Redazione
Lavori fermi al campo di calcio Bellucci. Le voci che girano a Pompei sono innumerevoli e contraddittorie, come succede sempre in casi del genere. Nel frattempo non è arrivata, a chiarimento, nessuna comunicazione ufficiale dallamministrazione comunale targata Uliano che segue lappalto con lassessore Sica. Solo una breve nota in cui si dichiara che «i lavori proseguono secondo il cronoprogramma». I finanziamenti delliniziativa pubblica sono stati acquisiti nel corso dellamministrazione precedente, mentre il cantiere edile è stato aperto durante la gestione prefettizia, intervenuta nei sei mesi precedenti a quella attuale, partita a giugno. Cè, a quanto pare, una antica villa pompeiana sotto il campo di calcio Bellucci. La scoperta, sempre per sentito dire, non sarebbe attuale ma già registrata ed assodata dagli anni ´90. Questo è il motivo che avrebbe indotto la soprintendenza Archeologica di Napoli, Pompei e Stabia ad emettere comunicazione di tutela nei confronti della ditta che ha appaltato i lavori pubblici di ristrutturazione del campo da calcio sito ai confini di Pompei con Scafati. In particolare si dovrà avere la massima cautela nella costruzione degli spogliatoi, perché evidentemente essi saranno collocati sui reperti archeologici giacenti nel sottosuolo. Pare che nelle more della corrispondenza tra amministrazione comunale, società edile che ha in appalto i lavori e Soprintendenza archeologica, la seconda abbia ritenuto utile, in unottica di economia gestionale privata, spostare provvisoriamente i propri operai su altri cantieri, fermando provvisoriamente i lavori sul campo di calcio di Pompei. Disguido che non sarebbe dipeso dalla soprintendenza che ha emesso solo comunicazione di tutela e non decreto di fermo di cantiere. Certo è che si allungano ancora (oltre la normalità) i tempi dellodissea che sta vivendo la ristrutturazione del campo di calcio pompeiano, che dopo essere stato oggetto di promessa elettorale già dalla prima edizione dellamministrazione precedente, è stata poi ereditata da quella di Uliano sempre con gli stessi entusiasmi nei proclami ufficiali, mentre si lasciano nel mistero le difficoltà di percorso. La cosa peggiore è che dopo più di dieci anni i pompeiani non hanno ancora avuto (a tuttoggi e per chissà quanto altro tempo) la soddisfazione di assistere (in casa) alle partite della squadra del cuore.
MARIO CARDONE
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