"Centri storici, zone agricole e zone montane vanno tutelate con vincoli precisi e stringenti, ma il Piano Paesaggistico Regionale escluda le aree definite come città diffusa e città compatta, zone già altamente urbanizzate o industriali". A dirlo è Ilaria Abagnale, sindaca di Sant'Antonio Abate, uno dei Comuni che hanno deciso di presentare alla Regione Campania delle proposte e delle osservazioni al Piano Paesaggistico Regionale.
“Il PPR - spiega la prima cittadina abatese - è uno strumento importante per l'esercizio del potere di controllo sulle trasformazioni del territorio, tese ad evitare l'esecuzione di quegli interventi che potrebbero pregiudicare il delicato equilibrio che lega il paesaggio al suo corretto utilizzo. Per il raggiungimento di tale obiettivo è opportuno che la soprintendenza venga sollevata dall'eccesso di richieste di autorizzazioni provenienti da quei territori comunali che non hanno necessità di tutela e ciò al fine di concentrare e valorizzare l'azione di controllo sulle zone meritevoli di essere salvaguardate".
"Abbiamo chiesto di alleggerire il regime vincolistico in alcune aree già densamente urbanizzate - prosegue Abagnale -, rafforzando invece vincoli nelle aree di maggiore interesse storico, ambientale, naturalistico e paesaggistico del territorio".
La proposta avanzata alla Regione Campania dal Comune è quella di eliminare "il vincolo paesaggistico relativamente ad alcune porzioni del territorio comunale densamente urbanizzate, con esclusione del centro storico e delle zone agricole libere. In questo modo - conclude la sindaca - a beneficiarne sarà anche il carico della Soprintendenza, spesso chiamata ad esprimere pareri anche su piccoli e banali interventi che nulla hanno a che vedere con la tutela dei centri storici, del paesaggio e dell'ambiente".