Non c'è pace per il sito archeologico di Cava Ranieri a Terzigno. Il Comitato Civico Vesuviano mostra le foto dell'interramento delle ville romane compiuto dalla Soprintendenza di Pompei e con lo studioso archeologo Gennaro Barbato tuona: «Hanno seppellito il nostro futuro migliore».
Per Barbato è assurdo che da quando sono stati compiuti i primi scavi, oltre 30 anni fa, non sia stato stato espropriato il terreno dove sono situate le ville, perciò chiede che venga immediatamente acquisito per evitare lo sperpero di ulteriori soldi pubblici.
«Per interrare le ville di Cava Ranieri sono stati spesi 70mila euro: bastava meno per realizzare una tettoia su Villa 1, renderla visitabile e tutelarla. Non è possibile che Soprintendenza e Comune non abbiano acquisito l'area in cui sono presenti le ville, che resta un'area privata: in trent'anni hanno fatto poco o nulla», spiega Barbato.
Lo studioso ha dunque riunito alcuni tecnici e ha annunciato la nascita di un comitato "Pro Parco Archeo-Geo-Naturalistico" che mette insieme cittadini e associazioni.
«Abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti, soprattutto di chi è legato alla propria terra e riconosce le proprie origini e la propria storia. A Terzigno si deve scavare, non seppellire!».
Cava Ranieri sarà soggetta a una bonifica, un'opera da circa 3 milioni di euro, cifra "eccessiva" secondo Barbato.
«Prima che parta la bonifica occuperemo il sito perché è l'unica risorsa che ha il territorio: è stata seppellita la cultura, ci batteremo nell'interesse dei cittadini con tutte le forze per l'apertura del Parco - conclude Barbato -, uno scrigno di bellezze unico al mondo».
(comunicato)
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