«Bene il sindaco Carotenuto. Andare a verificare di persona, come primo atto della sua amministrazione, a cosa è ridotto il Parco nazionale del Vesuvio nel territorio boschese è di buon auspicio per l’attenzione che Comitati ed Associazioni si aspettano dalla “primavera” amministrativa di Boscotrecase in tema di controllo e salvaguardia del territorio».
A dirlo è Franco Matrone, portavoce della Rete dei Comitati vesuviani/Rifiuti Zero Italia.
«Ma la presa di coscienza da sola non è sufficiente - prosegue Matrone -. Da tempo denunciamo gli sversamenti illeciti che si verificano alle pendici del Vesuvio e che nessuno, Polizia municipale, CTA, Forestale e contadini riescono a fermare. Spesso le povere amministrazioni comunali provvedono in proprio, dopo denunce degli ambientalisti ed intervento delle Procure, quando il danno è fatto e a costi insopportabili per le comunità. Urge - continua - un’azione sinergica tra le comunità del Parco, l’Ente Parco stesso e le istituzioni superiori (Corpo Forestale, Prefettura, Regione, MiniAmbiente e soprattutto alla luce della Legge Realacci-Bratti appena approvata dal Parlamento che riforma le agenzie ambientali ex Arpa, con il Sistema nazionale a rete per la protezione dell’ambiente) al fine di porre in essere una rete di sorveglianza che si avvale delle moderne tecnologie e contrasti l’illecito sversamento di rifiuti, tra cui molti di natura speciale e tossica, come l’amianto. Si pensi che in Italia - sottolinea Matrone - sono circa 44 mila i siti di amianto e una quota consistente proprio nell’ex SIN (sito di interesee nazionale, ndr) Litorale vesuviano. Per questo in Italia ogni anno muoiono circa 4.000 persone per malattie asbesto correlate, con oltre 15.000 casi di mesotelioma maligno diagnosticato (tumore da fibre di amianto)».
Certo è che a tutt’oggi i costi lamentati dalle Amministrazioni comunali per smaltire tali rifiuti ha raggiunto cifre da capogiro tale da incrinare pericolosamente i magri bilanci di alcune piccole realtà comunali. Ma anche qui Matrone è da stimolo.
«Da qualche anno abbiamo sottoscritto il protocollo COHEIRS con la Prefettura ai sensi della L. 6/14 cosiddetta #terradeifuochi. Basterebbe in primis sottoscriverlo come Parco del Vesuvio e potrebbe essere allargata ai tredici Comuni della Comunità. La stessa Legge regionale 20/13 prevede finanziamenti per lo smaltimento dell’amianto abbandonato a condizione che i Comuni censiscano le discariche abusive. Lo stesso Collegato ambientale prevede, nei decreti attuativi in itinere, forme di finanziamento ai Comuni oltre che il Piano di Bonifiche approvato dal governo De Luca che incide nelle aree SIR (ex SIN). Considerando che a tutt’oggi la stessa Regione Campania non ha un’area di stoccaggio dei rifiuti contenente asbesto (eternit), che vengono smaltiti all’estero con costi aggravati, come riferisce l’ultimo report di Legambiente. La stessa SMA Campania, società in house della Regione, è parte integrante di questo progetto avendo attivato un’App a disposizione dei cittadini per denunciare, geolocalizzando, direttamente alla sala operativa istituita dal Prefetto Cafagna per la Terra dei Fuochi, qualunque tipo di sversamento abusivo a rischio incendio. Come anche destinare parte dei fondi non utilizzati dall’amministrazione dell’Ente Parco per mettere in sicurezza aree del territorio più critico con un sistema integrato di videosorveglianza, proposta questa che ha trovato riscontro, da subito, nella sensibilità ambientale del neo Presidente Casillo. Ed infine dare la possibilità alle associazioni di volontariato di poter collaborare istituzionalizzando gli Osservatori civici volontari, a supporto della sorveglianza territoriale istituzionale, senza dimenticare i contadini, i veri fruitori del territorio, che messi in condizione di interloquire con le autorità potrebbero costituire da subito un deterrente a criminali inquinatori senza scrupoli - conclude Matrone -, applicando la normativa sui reati ambientali».
Idee certo non proprio peregrine e di buon senso che potrebbero costituire un primo approccio integrato ad un’azione di tutela dell’immenso bene vesuviano. E toglierebbe le amministrazioni comunali dall’isolamento in cui si dibattono quando si confrontano con problematicità di tale impatto e consistenza.
(comunicato)