E’ stato adottato dalla Giunta comunale di Boscoreale il Puc, ossia il Piano Urbanistico Comunale. Lo strumento urbanistico, frutto di anni di studio e di attenta analisi del territorio, ha due principali aspirazioni: ridare qualità ambientale, urbana e socio-economica per la popolazione insediata e per ricostruire il senso di unica comunità tra centro e periferie; valorizzare le risorse esistenti, per realizzare premesse indispensabili per sviluppare le attività economiche.
Il Puc, che rappresenta una grande opportunità per il rilancio e lo sviluppo della città, si attua attraverso azioni trasformative privilegiate dall’amministrazione comunale per: realizzare nuove centralità nelle periferie attraverso la dotazione di servizi; recuperare e riqualificare i nuclei edificati nelle aree agricole, con la possibilità di ampliare volumi e superfici dedicati all’attività produttiva agricola; rifunzionalizzare gli insediamenti di edilizia residenziale pubblica con attività d’interesse territoriale; riqualificare il centro e il tessuto storico con interventi di riorganizzazione degli spazi aperti a servizio delle attività residenziali, commerciali e artigianali e di razionalizzazione della mobilità e della sosta; incentivare l’insediamento di nuove attività produttive - artigianali, industriali e turistiche- e far crescere quelle esistenti anche attraverso l’ampliamento di volumi e superfici; salvaguardare, mettere in luce e promuovere siti archeologici e risorse ambientali con interventi che ne utilizzino le potenzialità culturali ed economiche; migliorare il patrimonio residenziale privato incentivando gli interventi di riqualificazione, di messa in sicurezza e di adeguamento energetico degli edifici esistenti.
Per comprendere le trasformazioni regolate dal Puc, in un territorio come quello di Boscoreale, tra i più vincolati al mondo da leggi statali, leggi regionali, piani provinciali e piani paesistici, si può fare riferimento a una semplice prima articolazione di aree: aree intrasformabili e trasformabili.
Le aree intrasformabili sono quelle che oltre a essere sottoposte ai vincoli diffusi su tutto il territorio comunale (primo tra tutti quello dell’impossibilità a edificare nuova residenza in base alla Legge 21 della Regione Campania) risultano intrasformabili o pochissimo trasformabili in ragione del combinato disposto delle normative più restrittive sia del Piano Territoriale Provinciale sia del Piano Paesistico. Le aree trasformabili, invece, si differenziano in base a quattro funzioni caratterizzanti: aree di riqualificazione del patrimonio edilizio; aree di nuovo insediamento artigianale, industriale e della logistica; aree di promozione delle attività agricole e turistiche; aree di promozione delle attività agricole, artigianali e industriali.
Il progetto è stato redatto dall’arch. Salvatore Celentano, caposettore urbanistica, con il supporto del Dipartimento Pianificazione e Scienze del Territorio dell’Università di Napoli Federico II, diretto da Rocco Papa, con la collaborazione scientifica dei professori Lilly Gargiulo, Adriana Galderisi, Giuseppe Mazzeo e Rosanna La Rocca.
«Abbiamo raggiunto un traguardo ambizioso e di significativa portata - spiega il sindaco Giuseppe Balzano -, diretto a un generale rilancio del territorio mediante la risoluzione delle criticità urbanistico-ambientali minuziosamente esaminate, e quindi al connesso avvio di nuovi meccanismi di sviluppo socio-economico. L’adozione del progetto di Puc - aggiunge il primo cittadino - era nel nostro programma elettorale e abbiamo mantenuto l’impegno con la città. Il nuovo strumento, oltre a favorire lo sviluppo urbanistico della città, sarà determinante anche per il rilancio economico, sociale e culturale. L’obiettivo è coniugare le molteplici esigenze di crescita di un territorio da troppi anni bloccato».
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