Clima teso a San Giuseppe Vesuviano in vista del ballottaggio del 24 giugno, quando i cittadini saranno chiamati a scegliere tra il sindaco uscente Vincenzo Catapano - che al primo turno ha raccolto il 46,22 per cento dei consensi - e lo sfidante Antonio Agostino Ambrosio, votato dal 19,22 per cento degli elettori.
«La notte del 18 giugno scorso - si legge in una nota del candidato sindaco Ambrosio - un incendio doloso ha mandato in fiamme tre manifesti elettorali sul portone d'ingresso in legno della residenza dei miei parenti (vi abitano la sorella ed il nipote Luigi Moccia, candidato nella lista Forza San Giuseppe ed eletto consigliere comunale, ndr), con il rischio concreto di provocare danni maggiori e di far esplodere una prospiciente auto alimentata a gas».
Ambrosio, che ha presentato un esposto sull'accaduto alle autorità competenti, ipotizza un collegamento tra l'atto intimidatorio e la denuncia da lui presentata - insieme ai consiglieri Felice Moccia e Michele Sepe - su presunti casi di «voto di scambio e possibili condizionamenti camorristici sulle elezioni».
«Continuiamo la nostra corsa con onestà e coraggio, senza farci intimidire», ha commentato il candidato sindaco.
Sul versante opposto, Catapano ha espresso «solidarietà ad Ambrosio per gli atti vandalici compiuti ai danni di alcuni manifesti elettorali della sua coalizione, probabile opera di ragazzacci e scalmanati che non hanno certamente a cuore il bene della città di San Giuseppe Vesuviano e che, mi auguro, possano essere presto rintracciati. Ritengo che la campagna elettorale - ha proseguito il sindaco uscente - debba potersi svolgere nella più assoluta serenità, nel profondo rispetto del diritto di propaganda e, soprattutto, delle persone e dei candidati».
Catapano ha poi annunciato, a sua volta, «insieme ai componenti della mia coalizione», un esposto contro ignoti per gli atti vandalici subiti in questi giorni con la «distruzione anche di nostri striscioni elettorali».
Vincenzo Catapano e Antonio Agostino Ambrosio
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