Le famiglie di quindici bambini di Ercolano hanno scritto al sindaco Ciro Buonajuto, e all’assessore all’Istruzione, Claudia Improta, per impedire la chiusura della ludoteca comunale, l’unica struttura pubblica per la fascia 12-36 mesi presente in città.
La chiusura è prevista per il prossimo 31 marzo. «La ludoteca - scrivono le mamme di Ercolano - è diventata da subito un elemento centrale nella nostra vita quotidiana: grazie a questa struttura molte di noi hanno potuto riprendere a lavorare mentre qualcuna ha iniziato a lavorare per la prima volta. La ludoteca rappresenta per i nostri bambini un’opportunità unica di crescita, di gioco e di socializzazione. In questa società frenetica dove si corre sempre, dove non ci sono più le grandi famiglie di una volta fatte di zie, cugini e i bimbi sono spesso rilegati in casa con computer e tv senza contatti con i coetanei. I nostri bambini hanno trovato un’oasi dove sono felici, dove nonostante la piccolissima età hanno stretto amicizie belle e dolcissime, potete guardare le foto dei loro abbracci e dei loro sorrisi, e legami quasi materni con le educatrici».
Un appello al sindaco e all’assessore, «anche voi genitori», a fare il possibile per trovare le risorse e consentire «ai nostri piccoli di continuare a frequentare la ludoteca almeno fino alla fine dell’anno scolastico insieme alle educatrici che hanno accolto e cresciuto i nostri bambini come fossero figli propri».
Per le mamme, «è decisamente “innaturale” allontanare un bimbo così piccolo dal calore della mamma, del papà e della sua casa. Per tale ragione noi mamme e i nostri bambini abbiamo intrapreso un lungo percorso di graduale inserimento per rendere questo evento quanto meno doloroso e traumatico possibile per il bambino stesso ma anche per i genitori. Le educatrici, o chiunque abbia avuto un figlio in un asilo nido, sanno - dicono ancora le mamme - quanto possa essere difficile per gli adulti e stravolgente per i bambini ripetere il processo di inserimento in un nuovo asilo. Nel piccolo mondo di un bimbo di 2 anni, le maestre diventano delle seconde mamme e loro stesse si legano ai propri piccolissimi alunni di cui apprendono giorno per giorno le esigenze individuali, il carattere di ciascuno e il modo migliore per accudirli e farli stare bene».
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