Martedì 15 dicembre 2015, in occasione della giornata dedicata all’incontro con l’autore, l’auditorium del nostro istituto si è riempito di docenti, studenti ed altre personalità. C’era Valerio Massimo Manfredi, insieme alla giornalista Autilia Napolitano. C’erano, accompagnati dai loro docenti e Dirigenti scolastici, gli allievi delle scuole medie di primo grado di San Giuseppe Vesuviano, “Ceschelli” ed “Ammendola-De Amicis”, e quelli delle scuole “Falcone” e “De Filippo” di Poggiomarino.
C’erano i docenti e la Dirigente scolastica Tiziana Savarese. E c’erano gli alunni del "Leonardo da Vinci", ad accogliere i giovani studenti e a condividere con loro un’esperienza unica: l’incontro con uno dei piu’ famosi scrittori italiani del mondo antico, nonché saggista, giornalista, sceneggiatore, brillante divulgatore ed archeologo che ha condotto molte spedizioni archeologiche in località del Mediterraneo.
Il libro “Il mio nome è nessuno" è stato oggetto dell’incontro. Narra le vicende di Odysseo-Ulisse a partire dai sei anni: la sua formazione, i suoi viaggi col Padre, l’incontro con la giovane Elena e la storia d’amore con sua moglie Penelope. Ci fa rivivere, infine, la guerra di Troia, raccontata dal punto di vista di uno degli eroi più famosi di sempre. Una guerra nata per una donna, Elena, moglie di Menelao, fuggita insieme a Paride. Manfredi, accolto da un lungo e caloroso applauso, e dalle note della canzone di Lucio Dalla, “Itaca”, eseguita dagli alunni della 3A L. C., ha esordito dicendo che uno scrittore è una persona che viaggia spesso e che, visitando luoghi e paesi lontani, ha constatato come le diverse realtà aiutino lo sviluppo della persona. Ha detto che tutti i libri che ha scritto sono frutto di sue ricerche ed esperienza dirette o, in alcuni casi, vissute da persone a lui vicine. Per lo scrittore la verità è un concetto astratto, irraggiungibile, per tale motivo bisogna sempre cercare, non smettere mai di indagare, proprio come il nostro Odysseo che fa della ricerca la sua ragione di vita. La ricerca storica puo’ venirci incontro, può aiutarci ad avere un’identità precisa e sapere da dove proveniamo, chi sono i nostri antenati, su quale passato poggiamo a piedi. Gli abbiamo chiesto in che misura si identificasse nel personaggio di Ulisse. Ha risposto: ‘’Un autore è sempre presente nel suo libro. Essendo cresciuto in un collegio l’unico modo per fuggire senza allontanarmi era leggere. Avevamo all’interno della struttura una biblioteca con 20.000 libri, la maggior parte erano classici ed è lì che ho imparato a conoscere Odysseo e tutti i personaggi di quell’epoca’.’
Nel suo libro - continua - ha tentato di restaurare la figura del personaggio del re di Itaca così come Omero lo aveva descritto, restituendogli la sua grandezza.
A noi questo Ulisse è piaciuto molto, perché è un eroe umano. Ha un linguaggio da adolescente e, anche quando cresce, non smette di essere vicino a noi. Ha sentimenti umani, compresa la paura. Per esempio, di fronte alla minaccia di una guerra con Troia, in lui, eroe coraggioso, compare anche la paura di perdere il regno, e la moglie ed il figlioletto.
(Martina Giugliano)