A cura della Redazione
Papa Francesco ha detto, nella sua visita pastorale a Pompei e Napoli del 21 marzo scorso, che «tra le minacce più insidiose per la crisi della famiglia intesa come istituzione, c´è la teoria del gender: uno sbaglio della mente umana che fa tanta confusione» La "Teoria del Gender a cui si è riferito il Pontefice consiste nellorientamento scientifico culturale che sostiene la mancanza di differenza sostanziale tra uomini e donne. Sarebbe, invece, il diverso orientamento dei due sessi riguardo ai profili di comportamento ad aver segnato il confine che oggigiorno si propone di superare. Secondo questa concezione libertaria (o libertina, a seconda dei punti di vista), alla base della differenza di comportamento tra maschi e femmine della razza umana vi sarebbero fattori sociologici e culturali sedimentati nelle Istituzioni a tutti i livelli. Il dibattito sui Gender è piombato allimprovviso nellambito pompeiano non tanto per la frase del Santo Padre, che forse è sfuggita ai più, ma per ladesione dellAmministrazione Uliano alla rete tra amministrazioni locali che si propone di lottare contro le discriminazioni sulla base dell´orientamento sessuale e dellidentità di genere. Lassociazione prevede iniziative positive nei vari contesti sociali (scuola, lavoro, sanità, accoglienza e mass media). A questo punto si registra lintervento del medico cattolico Sergio Amitrano, presidente della Fondazione Bartolo Longo III Millennio di Pompei, che si è sentito in obbligo di coscienza di commentare liniziativa dellAmministrazione di Pompei per far intendere che non è in linea (anzi è contrastante) con la dottrina e la cultura praticata dalla Chiesa Cattolica. In conclusione, Sergio Amitrano punta con garbo ma con fermezza ad aprire gli occhi ai pompeiani cattolici su concetti poco conosciuti che ora sarebbe meglio approfondire per contrastare una moda di pensiero che probabilmente, secondo lui, rappresenta un pericolo sociale. A questo punto bisogna spiegare a chi non lo sapesse che Sergio Amitrano è il fratello minore dell´assessore Pietro (già vicesindaco) della giunta Uliano, che ha condiviso con il sindaco boy scout la parte finale del suo percorso politico che lo ha fatto arrivare sullo scranno di gran capo. Il tutto per spiegare che lintenzione del presidente della Fondazione III Millennio non è quella di contrastare politicamente il primo cittadino di Pompei (che probabilmente ha votato) ma di discutere con lui pacatamente sui principi che lo hanno portato ad adottare (tra le prime Amministrazioni comunali italiane) il registro delle unioni civili. Successivamente è arrivata ladesione alla rete RE.A.DY. Parliamoci chiaro, il sindaco di Pompei ha il titolo ed il consenso popolare per andare anche oltre. Sarebbe però opportuno, come suggerisce il dottor Amitrano, aprire un dibattito civile e laico con i pompeiani che intendono partecipare.
MARIO CARDONE
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