A cura della Redazione
Marcello Fiori, lex commissario degli scavi archeologici di Pompei, paga di persona l´adesione ad un progetto complessivo della sua parte politica che ha puntato a fare del Teatro Grande di Pompei un eccezionale palcoscenico sotto le stelle per la rappresentazione delle opere liriche ed i balletti del Teatro San Carlo di Napoli. Linchiesta della procura regionale della Corte dei Conti per la Campania ha incaricato i finanzieri del Comando Provinciale di Napoli del sequestro conservativo di beni per il valore di 5.778.939,05 euro nei confronti dellex commissario, attualmente passato alla direzione dei club giovanili di Forza Italia. A Fiori è stato notificato, unitamente a otto dirigenti Mibact e della Regione Campania, invito a fornire deduzioni. Lindagine erariale è stata diretta dal sostituto procuratore generale della Corte dei Conti Donato Luciano e condotta dai militari della Guardia di Finanza di Torre Annunziata. E stato contestato il danno patrimoniale sia a Fiori sia agli otto alti dirigenti pubblici della Commissione ministeriale di indirizzo e coordinamento responsabile del piano degli interventi. I lavori, lievitati dallimporto originario, sono stati eseguiti al Teatro Grande, senza gara, nel 2010. Complessivamente la mole degli interventi di ristrutturazione del 2010 a cui si aggiungono quelli per la fornitura di attrezzature per spettacolo e per lallestimento scenico del Teatro Grande di Pompei sono stati considerati esorbitanti rispetto allobiettivo di fondo che doveva essere esclusivamente di messa in sicurezza, conservazione e restauro del patrimonio del sito archeologico. I poteri di intervento del Commissario delegato allemergenza negli scavi archeologici di Pompei si limitavano allattuazione delle misure dirette alla messa in sicurezza e salvaguardia dellarea archeologica, non era previsto un intervento come quello attuato al Teatro Grande, che ha comportato anche materiale scenico ed accessorio per trasformarlo in una moderna struttura fruibile allaperto per eventi teatrali. La vicenda trae origine dal decreto del 2008, quando il governo decise di spostare lattenzione pubblica dalla crisi sui rifiuti di Napoli (con i cumuli di spazzatura ogni giorno sugli schermi televisivi) agli Scavi di Pompei, che non attraversavano allepoca alcun tipo di emergenza dichiarata. La procura della Corte dei Conti ha anche evidenziato lirregolarità dellintera gestione che rientrò nei canoni dintervento della Protezione Civile Nazionale dove passarono per urgenti anche iniziative di ordinaria amministrazione. Si ricorda che su tutta la vicenda è stato aperto un dossier presso il Tribunale di Torre Annunziata a cura della locale Procura della Repubblica. Le ipotesi di reato sono di abuso dufficio, frode nelle pubbliche forniture e truffa ai danni dello Stato.
MARIO CARDONE
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