A cura della Redazione
I ragazzi della banda del Centro educativo Bartolo Longo di Pompei, giovedì pomeriggio si sono recati in visita ai loro coetanei del carcere di Nisida (nella foto), dove si sono esibiti in una applaudita performance di brani di musica classica e della tradizione napoletana. E diventata oramai una bella tradizione (si ripete da circa dieci anni) la visita annuale, nel segno della fratellanza e della solidarietà dei ragazzi di Pompei, educati nellesempio del Beato, ad altri giovani della stessa terra, più sfortunati di loro, impegnati in un percorso di reinserimento nella vita sociale. I ragazzi di Pompei sono arrivati sullisolotto di Nisida insieme al loro maestro Francesco Federico, lArcivescovo Prelato di Pompei, il direttore del Centro educativo del Santuario, una delegazione di amministratori di Pompei (era presente lassessore Ebreo), Torre Annunziata e Lettere, insieme ad altri esponenti della società civile del comprensorio vesuviano. Calorosa laccoglienza del direttore e degli operatori del carcere minorile, dove si trovano rinchiusi attualmente 52 giovani, quasi tutti campani. Siamo venuti per additarvi i falsi idoli del consumismo ha detto, rivolto ai ragazzi, dopo lesibizione della banda, Fra Filippo Rizzo . Ci appelliamo ai valori forti della legalità. LArcivescovo Carlo Liberati ha raccontato ai ragazzi come anche il Beato Bartolo Longo, fondatore di Pompei, fosse stato nella giovinezza uno scapestrato, ma successivamente aveva trovato un percorso di fede autentica ed abbracciato i valori civili della partecipazione legale allo sviluppo sociale. Noi non solo non vi giudichiamo ma vi vogliamo bene ed abbiamo fiducia in voi. Ha concluso lArcivescovo Prelato di Pompei. Dopo li ha benedetti tutti. Il suono dellinno nazionale della banda del Centro Bartolo Longo di Pompei ha segnato il saluto di arrivecderci per lanno venturo, nel segno della speranza.
MARIO CARDONE