Franco Spera non amava parlare al passato, eppure ne avrebbe avuto di storie da raccontare per riempire anni di conversazione. E nessuno sarebbe riuscito ad annoiarsi: aveva conosciuto e frequentato i protagonisti della vita patinata, protagonisti da prima pagina. Ma, se lo incrociavi una mattina sul Corso, ti parlava solo di progetti futuri, di ospiti da invitare, di serate da costruire intorno a un personaggio o a un’idea.
Aveva una sete di conoscenza che lo portava a cercare sempre il confronto con i migliori. Abbiamo fallito noi non mettendolo mai al centro del racconto, indagando sul campionario delle sue conoscenze, sulla varietà delle sue esperienze. Oppure è stato bravissimo lui a evitare il confronto, sarebbe stato un segnale inequivocabile che il tempo stava per scadere. Ma Franco Spera è stato comunque un personaggio eccezionale, un esemplare unico non clonabile.
Partiamo da lontano, dagli inizi: aveva collaborato con De Laurentiis, Dino De Laurentiis, e il cinema (soprattutto il cinema di quegli anni, in Italia) era un’accademia di comunicazione straordinaria nella quale Franco Spera si è formato ed è cresciuto. Dalla sua bussola Torre Annunziata non è mai scomparsa, come il Lido Azzurro e quel sogno di trasformare la nostra costa in un palcoscenico naturale strepitoso. Fu la stagione delle grandi prime celebrate nel gigantesco Metropolitan, dei tappeti rossi stesi per essere teneramente calpestati dai divi che popolavano le pagine dei rotocalchi più diffusi in un paese che viveva di miti.
Un progetto torrese ambizioso e condiviso da una generazione di talentuosi ragazzi che inseguivano l’Arte in tutte le sue declinazioni. E il cinema per Spera era una fantastica tentazione: avrebbe potuto continuare l‘esperienza a Hollywood, quando Dino decise che era giunto il momento di misurarsi con i giganti della produzione, sfidandoli sul terreno che pareva proibito del kolossal.
Ma Franco scelse l’Italia e sfide completamente diverse: il giornalismo e il cinema divennero presto il suo ieri, ma era troppo preso a costruire il suo domani per cibarsi di nostalgia e rimpianto. Si ridussero (forse) i confini, ma divenne più profondo l’impegno, più alte le mire: diventare imprenditore, mentre l’impresa fuggiva da Torre Annunziata, fu la scommessa più pazza che si potesse immaginare. Vinta, ovviamente, come dimostrano anche i ruoli che gli furono assegnati: vertice degli industriali, presidente del Rotary, poi del Circolo Oplonti, giusto per ricordarne alcuni.
Sempre con una nuova partita da vincere, con un riscatto da inseguire, con un marchio da rilanciare, con un futuro da costruire: un uomo solo al comando.
*già direttore di SkySport
1 ottobre 2013: Franco Spera riceve dall'allora Prefetto di Napoli Francesco Musolino l'onoreficenza di Ufficiale dell´Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Alla cerimonia prese parte anche l'allora sindaco oplontino Giosuè Starita
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