A cura della Redazione

La Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il referendum abrogativo della legge sull'autonomia differenziata delle Regioni.

In attesa della sentenza che verrà depositata nei prossimi giorni, l’ufficio comunicazioni della Consulta fa sapere che “La Corte ha rilevato che l’oggetto e la finalità del quesito non risultano chiari. Ciò pregiudica la possibilità di una scelta consapevole da parte dell’elettore. Il referendum verrebbe ad avere una portata che ne altera la funzione, risolvendosi in una scelta sull’autonomia differenziata, come tale, e in definitiva sull’art. 116, terzo comma, della Costituzione; il che non può essere oggetto di referendum abrogativo, ma solo eventualmente di una revisione costituzionale”.

A questo punto, non ci resta che attendere che il Parlamento riporti la legge nell’alveo delineato dalla stessa Consulta nei mesi scorsi quando, a seguito del ricorso presentato da quattro Regioni, aveva evidenziato la necessità di correzioni di sette aspetti come, ad esempio, i livelli essenziali di prestazione (LEP), le aliquote sui tributi ed il concorso alle spese dello Stato.

Per la Consulta sono invece ammissibili altri cinque referendum che ci chiameranno al voto tra il 15 aprile ed il 15 giugno prossimo: riduzione da 10 a 5 anni dei tempi per gli extracomunitari per avere la cittadinanza, abrogazione della disciplina che consente alle imprese di non reintegrare un lavoratore a seguito di licenziamento illegittimo, cancellazione del tetto all’indennità di licenziamento nelle piccole imprese, abrogazione di alcune norme sull’utilizzo dei contratti di lavoro a termine, abolizione di alcune norme che impediscono la responsabilità solidale del committente negli appalti in caso di infortuni.