Il ministero della Salute blocca, ma poi ci ripensa, la somministrazione del vaccino contro la bronchiolite ai neonati.
Con una nota inviata ai direttori regionali della sanità, Americo Cicchetti, direttore del dipartimento del farmaco, ordinava lo stop della campagna vaccinale nelle regioni in piano di rientro. Come la Puglia, che aveva già deciso, con una legge autonoma, di far partire la campagna contro un virus che colpisce proprio in autunno; ma il divieto valeva anche per il Lazio, l’Abruzzo, il Molise, la Campania, la Calabria e la Sicilia.
Le altre regioni, quasi tutte quelle del centro nord, possono farlo “a condizione che la somministrazione sia garantita con risorse a carico dei bilanci autonomi regionali, aggiuntive rispetto al fondo sanitario regionale". “Non si possono discriminare i neonati in base alla regione in cui vengono al mondo - commenta Filippo Anelli, presidente nazionale della Federazione degli Ordini dei Medici - E temo che con la devoluzione si andrà sempre più in quella direzione. I cittadini sono tutti uguali nella nostra Repubblica davanti alla salute, come recita l’articolo 32 della Costituzione”.
La retromarcia del Ministero
“In considerazione dei possibili profili di iniquità territoriale nell'accesso" all'anticorpo monoclonale Nirsevimab, il ministero della Salute ha avviato contatti con l'Aifa per renderlo disponibile gratuitamente tramite il Servizio Sanitario Nazionale. La precisazione ha fatto seguito a una circolare che aveva generato non poche polemiche.