Beatrice Luzzi, secondo molti la vera vincitrice della diciassettesima edizione del Grande Fratello, ha rilasciato una lunga intervista al settimanale Chi. Odiata dalla stragrande maggioranza dei suoi coinquilini e amata, invece, dal pubblico e dal popolo del web, l’attrice ha di fatto retto per sei lunghi mesi le dinamiche del reality show condotto da Alfonso Signorini (insieme a Perla Vatiero).

Nella Casa ho fatto quello che sapete, ma non era mai successo prima e questo è il grande punto di domanda, oggi. Dopo che io e Alessandro (l’ex compagno, ndr) ci siamo lasciati, ci siamo dovuti riorganizzare e non abbiamo avuto il tempo o la voglia di distrarci. Adesso che i figli sono grandi e ho avuto questa parentesi al GF, non so cosa succederà. Non ho avuto ancora il tempo di mettermi davvero in ascolto. Non ho capito se siano mutati gli equilibri ma penso, in ogni caso, che siamo pronti ad un eventuale cambio di rotta da parte mia o di Alessandro.

Per me la Casa, insieme con tante difficoltà, è stata anche una sorta di ricreazione. Al GF devo una cosa importante: ho potuto prendere una pausa dalle responsabilità del quotidiano. I primi giorni, fino a quando non sono diventata bersaglio degli altri concorrenti, sono stata bene. Poi, in un certo senso, per difendermi ho ripreso a lavorare”.

Beatrice ha poi parlato di Alessandro Cisillin, padre dei suoi figli: “Sono molto soddisfatta di quello che io e lui abbiamo fatto: siamo solidi, sicuro, abbiamo un rapporto di grande confidenza, intimità, libertà. Hanno avuto la fortuna di avere due genitori che non li hanno mai traditi. Abbiamo mantenuto tutte le promesse: li abbiamo accompagnati a scuola, a fare sport, abbiamo letto loro le favole tutte le sere per dieci anni. Ci siamo stati con amore.

Come coppia ci ha logorato, perché non eravamo più in due, siamo diventati quattro. L’amore si è sublimato in una forma genitoriale di connessione, di visione, di lealtà che, però, non si traduce in termini di passione di coppia, condivisione di interessi, divertimento, Siamo i parenti più stretti: affidabili come famiglia ma non come coppia”.