A cura della Redazione

Nella notte, questa volta l’ennesima doppia tragedia in mare si è consumata nel Mediterraneo. A qualche centinaio di chilometri dalle coste calabresi, una barca a vela che trasportava i migranti si è rovesciata: l’incidente ha generato ben 66 dispersi. Tra questi, almeno 26 erano bambini.

A Lampedusa, invece, un’altra imbarcazione è stata soccorsa da una nave umanitaria: 10 persone, però, sono state trovare morte sul ponte, totalmente allagato. E’ stata una nave francese nella notte a lanciare l’allarme in Calabria, dopo aver recuperato 12 persone che si trovavano su un veliero a poco meno di 200 km dalle coste italiane, al limite delle aree Sar.

La Guardia costiera ha inviato sul posto un aereo e due motovedette, una delle quali ha preso a bordo i superstiti e li ha portati a Roccella Ionica. Secondo i sopravvissuti, che parlano di 66 dispersi, il motore dell’imbarcazione, partita otto giorni prima dalla Turchia, si sarebbe incendiato. La maggior parte delle persone a bordo proveniva da Iraq, Siria e Iran. Nel corso delle operazioni di salvataggio, una donna ha perso la vita. I superstiti, invece, sono stati successivamente assistiti dagli psicologi di Medici senza frontiere.

Poche ore dopo la tragedia a largo delle coste calabresi, si è verificata quella di Lampedusa, che ha visto protagonista una piccola imbarcazione in legno, di circa 8 metri, partita dalla Libia ed allagatasi poco dopo il passaggio a Malta. l migranti, provenienti da Bangladesh, Pakistan, Egitto e Siria, avevano pagato circa 3.500 dollari per salire a bordo. 10 persone, purtroppo, non ce l’hanno fatta, mentre altre 54 sono state tratte in salvo dalla Nadir della ong ResQship, che ha lanciato l’allarme, e dalla guardia costiera italiana.